Un’unica lingua per i programmi di gestione delle operazioni portuali, in mare e sulla banchina. Controlli più efficaci e più rapidi, che liberano spazi e tempi e fanno a meno della carta: questo il risultato dell’intesa tra l’Autorità portuale e la Capitaneria di porto di Genova, che da tempo stanno portando avanti un processo di integrazione, anche e soprattutto tecnologica, tra le diverse amministrazioni che operano in ambito portuale. Un processo che vede la definitiva attuazione delle procedure telematiche di sdoganamento in mare delle merci, il cosiddetto pre-clearing, attraverso il sistema Pmis (Port Management Information System) gestito dalla Capitaneria di porto. Una svolta che consentirà di attuare la direttiva europea 2010/65 (che entrerà in vigore a giugno 2015) sulla semplificazione delle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e in partenza dai porti degli Stati membri, che aiuterà a ridurre i tempi di transito e stazionamento della merce in porto.
Proprio grazie ai positivi risultati dati dall’integrazione telematica, gli operatori del porto di Genova guardano al sistema Pmis e al collegamento con l’omologo sistema dell’Autorità portuale, l’E-Port, come allo strumento con cui si potrà assicurare la progressiva eliminazione di ogni residuo elemento cartaceo nelle relazioni tra Capitaneria e operatori, rendendo più affidabile e sicuro l’intero ciclo portuale e le attività correlate al
transito della merce. Il tutto in vista della progressiva costruzione di uno “Sportello Unico portuale” (single-window), che costituisce un’ulteriore attuazione della direttiva.
Si tratta di un grande passo in avanti nel processo di inclusione e condivisione dei sistemi telematici, che getta le basi per un futuro collegamento stabile tra i principali attori istituzionali delle dinamiche portuali e gli
operatori commerciali che ne potranno trarre beneficio.