Il mondo dell’export, è proprio il caso di dirlo, si dà appuntamento a Genova: sono oltre sessanta le Camere di Commercio italiane all’estero che parteciperanno al Salone dell’Internazionalizzazione, in programma l’1 e il 2 luglio al palazzo della Borsa, nel cuore del capoluogo ligure. Si tratta di un evento unico nel suo genere, come afferma Luciano Pasquale, presidente di Unioncamere Liguria: «Per la prima volta un grande appuntamento internazionale si tiene nella nostra regione. È una grande occasione per le nostre imprese, che purtroppo trovano ancora oggi troppi ostacoli nel rapportarsi con i mercati esteri. A mancare non sono solo le risorse umane qualificate e formate, ma anche una maggiore disponibilità di risorse economiche per effettuare ricerche di mercato e missioni all’estero. Occorre sottolineare, però, che i dati sono incoraggianti, anche se puntiamo a farli crescere ancora».
Sono 5 mila le imprese esportatrici in Liguria, circa il 3,2% del totale della filiera produttiva del territorio: «Il nostro obiettivo da qui a tre anni – aggiunge Pasquale – è aumentare del 10% annuo il numero delle imprese liguri attive nell’export».
Export, quello ligure, che, per ora, guarda soprattutto all’Europa: il 53% delle esportazioni della nostra regione si rivolge ai Paesi europei, mentre i traffici verso l’Asia e l’America settentrionale rappresentano, rispettivamente, il 18% e il 10% del totale. A livello provinciale, la maggior parte delle merci provenienti da Savona e Imperia rimangono nei Paesi dell’Unione europea: si tratta, rispettivamente, del 69,5% e del 74,3% del totale. Segue l’Asia, che rappresenta il 15,4% e il 10,9% delle esportazioni savonesi e imperiesi. Verso gli altri Paesi europei viaggia quasi tutto il resto delle merci vendute dalle imprese del Ponente ligure al di fuori dell’Italia: 4,8% e 7,2%. Il 42,4% delle merci che escono dalla Spezia sono vendute nell’Ue, e al secondo posto, ancora una volta, c’è l’Asia, con il 20,8% del totale. Ma in terza posizione c’è l’Africa, con il 17,7% dei prodotti esportati. Seguono l’America settentrionale (6,7%), l’America meridionale e centrale (5,4%) e l’Oceania (3%). Genova, la provincia più attiva con un valore delle esportazioni che supera i 4,3 miliardi di euro, vede differenze meno nette nelle destinazioni di vendita delle proprie merci: ancora una volta i Paesi dell’Unione europea restano la principale meta (32,5%), seguiti da Asia (19,8%), America settentrionale (12,9%), altri Paesi europei (12%) e Africa (11%). Verso l’Oceania e l’America centrale e meridionale viaggiano, rispettivamente, il 7,9% e il 3,5% dei prodotti.
Più variegate invece le singole destinazioni verso cui sono dirette le merci delle nostre province: per Genova al primo posto ci sono gli Stati Uniti (verso gli Usa ben il 12,7% del totale delle esportazioni), seguiti dalla Germania (9,4%). Un po’ a sorpresa, il primo Paese con cui La Spezia ha rapporti commerciali è la Finlandia (15,6%), seguito dagli Emirati Arabi Uniti (8,4%). Il Ponente ligure, anche per vicinanza geografica, è invece più orientato a Francia e Germania: 18,6% e 13,3% per quello che riguarda Savona, 32,9% e 14,9% per la provincia di Imperia. «Per operare sui mercati esteri – spiega Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero – non serve semplicemente “vendere” i propri prodotti, ma l’obiettivo principale è rimanere come presenza fissa su quel mercato. Per questo occorre cooperazione e collaborazione, oltre all’aiuto delle unioni camerali regionali e nazionale».
Assocamerestero raccoglie le oltre 50 Camere di Commercio italiane all’estero, presenti nei principali Paesi in cui l’Italia fa business: «Il nostro – aggiunge Esposito – è un duplice obiettivo: da una parte, dare la prospettiva di quello che offrono i mercati europei ed extraeuropei al nostro Paese e, nello stesso tempo, portare queste realtà commerciali in Italia e, in questo caso, in Liguria». Per questi motivi Unioncamere Liguria, in collaborazione proprio con Assocamerestero, porta a Genova una due giorni dedicata al business internazionale: «Se la prima giornata – descrive Maurizio Scajola, segretario generale di Unioncamere Liguria – sarà dedicata a una tavola rotonda tra i principali soggetti regionali e nazionali, durante il quale ci si confronterà per trovare insieme le strategie e gli strumenti più efficaci per rendere il nostro Paese e la nostra regione sempre più competitivi sui mercati esteri, il giorno seguente sarà invece dedicato totalmente al mondo imprenditoriale: vogliamo dare alle nostre imprese, in particolare quelle piccole e medie, un’opportunità concreta per affacciarsi al business straniero o incrementarlo ancora di più». Spazio quindi a workshop tematici, incontri b2b tra imprese e rappresentanti delle Camere di Commercio italiane all’estero, oltre a specifici focus-Paese incentrati sull’approfondimento di nove realtà internazionali, da quelle ormai consolidate a quelle emergenti: Sudafrica, Giappone, Singapore, Turchia, India, Stati Uniti, Corea del Sud, Brasile e Canada. «Gli workshop affronteranno temi di grande utilità per chi vuole operare all’estero – precisa Esposito – in particolare l’etichettatura dei prodotti e la lotta alla contraffazione, la contrattualistica internazionale e le procedure import-export. L’informazione e la conoscenza di queste tematiche sono basilari per poter interagire con le controparti straniere, altrimenti è praticamente impossibile avere accesso a questo business». Business, quello con i Paesi esteri, che in Liguria vale quasi 7 miliardi di euro, valore che colloca la nostra regione all’undicesimo posto in Italia (1,8% dell’export nazionale), con un incremento del 4,1% rispetto al 2011. A fare la parte del leone è il manifatturiero: la sola provincia di Genova vale quasi 4 miliardi di euro in questo comparto, seguita da Savona con 1,3 miliardi, La Spezia con 670 milioni di euro e Imperia con 260 milioni. Anche i prodotti agricoli e quelli derivanti dalle attività di pesca e silvicoltura sono apprezzati all’estero: valgono quasi 286 milioni di euro in tutta la Liguria. Questa volta non è Genova a pesare maggiormente sul bilancio di questo comparto, bensì Savona e Imperia: l’export del Ponente ligure vale, rispettivamente, oltre 129 e 125 milioni di euro. Genova e La Spezia incidono molto meno, con 28,6 e soli 2,4 milioni di merce esportata.