Sei lotti (Centro Est, Centro Ovest/Valpolcevera, Bassa Valbisagno/Ponente, Medio Levante/Levante, Media Valbisagno, Medio Ponente) per un totale oltre 36 milioni di euro di importo a base di gara (esclusi gli oneri di sicurezza). C’è tempo sino al 9 aprile per presentare la domanda e fornire la ristorazione nelle mense delle scuole genovesi: oltre 11 milioni di pasti in totale da garantire tra il 2018 e il 2021.
Molto critica la rete commissione mensa (il loro post pluricondiviso su Facebook aveva questa immagine, con una frase molto forte), che accusa l’assessore Francesca Fassio di non aver rispettato la parola data in commissione consiliare, ossia la promessa di coinvolgere genitori e sindacati nella stesura dei nuovi capitolati. «Questo mi sorprende – ribatte l’assessore Fassio – per la prima volta dopo tanti anni, mi è stato detto, ho ascoltato tutti, genitori e sindacati; due le commissioni fatte sinora, la prima per capire cosa non andasse, la seconda per comunicare quanto avrei deciso. Ho incontrato la referente della rete commissione mensa più volte nel mio ufficio. Le porte restano aperte, basta che non si arrivi già “contro” a priori».
Secondo la rete commissione mensa spariscono tante conquiste migliorative: “via la pasta e i formaggi italiani, via riso, formaggi, pomodori, legumi biologici perfino l’olio evo dop entra nel cesto delle possibilità”. «Non è vero, per legge il biologico non possiamo eliminarlo – respinge le accuse Fassio – in delibera ho inserito esplicitamente la volontà di favorire i prodotti a km 0, che ritengo maggiormente da promuovere rispetto a un biologico che magari arriva da molto lontano». Nel dettagliatissimo allegato al capitolato dedicato alle tabelle merceologiche, comunque, viene specificato che la pasta e i formaggi devono essere di prima qualità e scelta e il biologico non è sparito.
Altro aspetto giudicato peggiorativo: “in una gara con 75 punti dati agli aspetti tecnici, di quali solo 12 sono dedicati al cibo, mentre 54 punti sono discrezionali”. I punti discrezionali, anziché essere valutati con formula matematica, “saranno decisi da una commissione nominata dalla giunta e composta da tre persone”.
Siamo andati a recuperare il vecchio capitolato e lo mettiamo a confronto con il nuovo. Il punteggio sul cibo è calato, ma per esempio compaiono nuove voci come le carni avicole bio e il riso bio c’è. Il ricorso alla filiera corta è raggruppato in un’unica voce, mentre prima era separato e solo per alcune categorie specifiche.
Il nodo, in verità, è sui controlli: «Abbiamo inserito sanzioni molto più pesanti e controlli più serrati. Prima erano inesistenti – dice Fassio – sono certa che basta un po’ più di attenzione per avere un servizio migliore. Sono anche convinta che occorrerebbe un menù più semplice, è noto che i bambini non mangiano volentieri le verdure, serve un po’ più di intelligenza per non scontentare tanti». Le sanzioni sono elencate in un allegato al capitolato, abbiamo evidenziato in giallo gli aumenti, sottolineato in verde le diminuzioni: Penalità.
Oggi, secondo Fassio, ci sono troppi menù speciali: «Esiste anche il “menù no” ossia il bambino non mangia certi alimenti magari per capriccio, occorre rendersi conto che un cambio singolo ci costa due euro in più a pasto. Un conto sono le patologie, ci mancherebbe, ma ritengo che la scuola possa recuperare quel ruolo di educazione ad adattarsi, la mensa non è un ristorante».
La rete, sempre su Facebook, lancia un’altra accusa: per i dipendenti sparisce la menzione all’obbligo di riassunzione, visto che nel capitolato è scritto che “sarà data priorità a chi precedentemente era assunto fermo restando la necessaria armonizzazione con le esigenze tecnico organizzative del subentrante”.
Per quello che invece abbiamo potuto leggere sul capitolato (e restiamo a disposizione per le repliche) il testo sulla clausola sociale sembra favorire la riassunzione, inoltre di clausole sociali non abbiamo trovato traccia nel bando precedente (2016-2018). Riportiamo in forma parziale ciò che è scritto nel bando attuale, rimandando al testo completo nell’allegato in fondo al pezzo (pag. 43): “Ferma restando la necessaria armonizzazione con l’organizzazione dell’operatore economico subentrante e con le esigenze tecnico-organizzative e di manodopera previste nel nuovo contratto, l’aggiudicatario del contratto di appalto è tenuto ad assorbire prioritariamente nel proprio organico il personale già operante alle dipendenze dell’aggiudicatario uscente. Fermo restando quanto sopra già detto, l’aggiudicatario del contratto di appalto è tenuto a promuovere l’assorbimento in via prioritaria del personale dedicato al trasporto anche se alle dipendenze del subappaltatore”. Sono 859 le persone che lavorano in questo ambito. «Anche questo mi stupisce – dice Fassio – ho avuto anche un apprezzamento dai sindacati come la Uil, per quanto si è fatto a tutela dei lavoratori».
Nessun veto al subappalto, sottolinea la rete commissione mensa: “pare concesso anche per la preparazione e somministrazione”. All’atto dell’offerta, si legge nel capitolato, si può indicare il servizio/fornitura che si intende subappaltare o concedere in cottimo nei limiti del 30% dell’importo complessivo del contratto. Occorre indicare almeno tre subappaltatori. Questo aspetto non è molto diverso dall’ultimo bando (non era indicata la percentuale del 30%, ci è sembrato di capire).
Un’altra affermazione preoccupa la rete, si teme una stretta sulle commissioni mensa: “si esplicita l’arrivo di un nuovo regolamento e si apre a nuovi controllori, portatori di altri interessi, associazioni e perfino soggetti a pagamento”, si legge su un post pubblicato su Facebook, di questo non troviamo traccia però nel capitolato, ma siamo consapevoli che potrebbe esserci sfuggito e anche in questo caso siamo a disposizione per aggiornare l’articolo.
Per il Centro Est (1) un importo di base di gara di 8,7 milioni, di cui 8,1 per la preparazione, il confezionamento e la somministrazione dei pasti e 637 mila per il trasporto.
Per il Centro Ovest/Valpolcevera (2) un importo di base di gara di 12,8 milioni, di cui 12,2 per la preparazione il confezionamento e la somministrazione dei pasti e 637 mila per il trasporto.
Per la Bassa Valbisagno/Ponente (3) un importo di base di gara di 11,6 milioni, di cui 11,2 per la preparazione il confezionamento e la somministrazione dei pasti e 337 mila per il trasporto.
Per il Medio Levante/Levante (4) un importo di base di gara di 10 milioni, di cui 9,5 per la preparazione il confezionamento e la somministrazione dei pasti e 538 mila per il trasporto.
Per la Media Valbisagno (5) un importo di base di gara di 5,9 milioni, di cui 5,6 per la preparazione il confezionamento e la somministrazione dei pasti e 307 mila per il trasporto.
Per il Medio Ponente (6) un importo di base di gara di 7 milioni, di cui 6,7 per la preparazione il confezionamento e la somministrazione dei pasti e 313 mila per il trasporto.
Nel caso un concorrente risulti primo su più lotti, potranno essere aggiudicati fino a un massimo di un lotto tra i numeri 2, 3 e 4 e fino a un massimo di 2 lotti tra i numeri 1, 5 e 6.
Questa la timeline dell’avvio presunto del nuovo servizio nei vari lotti:
Ammesso a partecipare chi ha un fatturato minimo (negli ultimi tre esercizi finanziari) che va dai 2.017.000 di euro per la Media Valbisagno, ai 4.367.000 per il Centro Ovest/Valpolcevera. Inoltre occorre aver eseguito nell’ultimo triennio servizi analoghi a quelli del settore oggetto della gara.