Sono oltre 40 in Liguria (prevalentemente aderenti a Lega Coop, che annovera circa 500 addetti e 10 milioni di fatturato, una decina quelle di ConfCooperative), una presenza significativa in Liguria, tanto che Alleanza delle cooperative è riuscita a portare a Genova la Borsa italiana del turismo cooperativo e associativo (qui il sito ufficiale). Sala del camino di Palazzo Ducale affollatissima (inizialmente la location era il Palazzo della Borsa, ma l’alto numero di adesioni non consentiva l’utilizzo della sala Telegrafo) con molte persone in piedi, sintomo di un grande interesse.

Dalle Cinque Terre, dove un consorzio di cooperative dà lavoro a circa 150 persone, passando per Genova, con Solidarietà e Lavoro che supera le 100, sino a Ventimiglia, con la responsabilità della gestione dei giardini Hanbury, sono davvero molte e diverse le realtà cooperative legate al turismo, anche se alcune non si dedicano esclusivamente al settore, ma si occupano di attività trasversali come l’agricoltura, la pesca e il sociale: «Sono prevalentemente presenti nel settore della cultura – spiega Gianluigi Granero, presidente dell’Alleanza cooperative italiane Liguria – con la gestione di musei e biblioteche, ma anche del turismo ambientale nei parchi, accomunate da due caratteristiche: lavoro molto qualificato, spesso al femminile».
La Liguria è la prima regione italiana per concentrazione di patrimonio culturale (121 beni archeologici, architettonici e museali ogni 100 km2 rispetto ad una media nazionale di 33). Su questo punto, è necessario sviluppare un vero e proprio “master plan” che sappia coinvolgere tutti i territori, punti alla valorizzazione anche dei beni minori e parta da un modello di vera sussidiarietà per la gestione.
Un nuovo paradigma per l’entroterra è necessario secondo le cooperative: non basta parlare di outdoor, rapporto costa-entroterra, agriturismi o iniziative. Occorre cambiare le dinamiche dello sviluppo, attuando politiche innovative e partendo dai residenti, non dai turisti. Lavorando a politiche che tengano conto delle esigenze di servizio, di sanità, trasporto. Il taglio di scuole e trasporto pubblico costringe all’abbandono.
Il settore è in crescita, ma c’è un dato critico, come sottolinea Granero: «La riforma delle province, rimasta a metà è un pasticcio, perché ha tolto al turismo uno dei soggetti istituzionali che svolgevano ruolo significativo, oggi siamo in una sorta di terra di nessuno, il settore non è stato ancora riorganizzato. Credo che una maggiore sussidiarietà tra pubblico e privato dovrebbe essere la via del futuro».
Per il presidente dell’Alleanza cooperative per la Liguria la fase di difficoltà potrebbe essere superata innanzi tutto attraverso un maggiore utilizzo del portale promozionale del turismo ligure, ma anche prendendo spunto da modelli l’esperienza dei Bistrot de pays in Francia, in cui una parte delle informazioni e dell’accoglienza turistica viene gestita direttamente dagli operatori privati.
Domani, dalle 9 alle 16.30 in sala delle Grida al Palazzo Della Borsa, workshop in cui le imprese potranno incontrare gli altri operatori del turismo, per la costruzione di relazioni commerciali.