5 mila luoghi di cultura in Italia. Di questi, solo la metà dispone di un sito web. Un sito spesso non moderno, in moltissimi casi solo in lingua italiana. Di questa metà, in pochi utilizzano un account social, in pochissimi ne utilizzano tre (Facebook, Twitter, Instagram). Il 19% dei musei mette a disposizione il wifi gratuito, solo il 25% invia una semplice newsletter, appena un 13% ha previsto un catalogo virtuale sul proprio portale. In quanti danno la possibilità di acquistare online il merchandising? Il 6%.
La cultura italiana ha fame di innovazione digitale. Lo dicono i dati Istat e lo dicono anche gli addetti ai lavori presenti oggi, a Palazzo Tursi, alla presentazione del corso in Innovazione e management per la valorizzazione dei Beni culturali. Tra questi, Serena Bertolucci, direttrice di Palazzo Reale a Genova, che, nonostante la fotografia piuttosto deprimente, vede il bicchiere mezzo pieno: «è vero, siamo molto indietro, ma questa situazione rappresenta anche uno stimolo a lavorare e a crescere, significa che ci troviamo all’inizio di un lungo percorso».
Un percorso nel quale vuole inserirsi proprio il nuovo corso di perfezionamento promosso dall’Università di Genova, in collaborazione con Accademia Ligustica di Belle Arti e Comune di Genova. Attraverso lo svolgimento di sei moduli formativi, l’obiettivo è quello di fornire ai partecipanti gli strumenti in campo di digitalizzazione delle attività e dei beni culturali, uniti alle competenze manageriali nel settore.
Dalla realtà virtuale alla realtà aumentata, dalla personalizzazione dei contenuti alle vetrine interattive, e ancora ologrammi, cinema 4D e tecnologie touchless. Sono moltissime le innovazioni digitali a disposizione dei musei italiani, e che gli stessi musei italiani «hanno voglia di sfruttare», come spiega Bertolucci. Ma mancano i professionisti: «Può essere più semplice trovare i soldi per un’applicazione piuttosto che trovare qualcuno che la realizzi e la gestisca», cita un esempio la direttrice di Palazzo Reale.
Una formazione specifica nel campo dell’innovazione digitale nel settore culturale si rende ancora più necessaria nel momento in cui sta cambiando non solo il concetto di “museo”, ma anche quello di “visitatore”, «sempre più visit-attore, attivo e interattivo nell’esperienza di visita», ricorda Giorgio Genta, amministratore delegato di Ett Solutions, azienda genovese che ha già concluso 70 progetti museali, rendendo più digitali alcuni siti culturali di Roma, Venezia e recentemente anche sotto la Lanterna. «Il visitatore moderno si dirige verso ciò che gli interessa – spiega Bertolucci – verso ciò che conosce e che ritiene più attraente. Chi gestisce un museo deve tenere conto di questo nella costruzione della narrazione: il racconto deve parlare al fruitore». Il museo, già di per sé, è un luogo interattivo e multimediale, perché presenta una pluralità di linguaggi. Ma questi linguaggi e il modo con cui “parlano” al visitatore, devono evolversi e compiere un salto in avanti, verso la tecnologia digitale. Un’evoluzione che, del resto, paga: dall’esperienza di Ett emerge che in presenza di nuove tecnologie, l’engagement cresce del 20%.
Il corso si svolgerà in modalità blended nei mesi di giugno e luglio 2017 e prevede un impegno di 72 ore, di cui 42 in presenza e 30 in e-learning. Le attività in aula si svolgeranno dalle 9 alle 17, quelle di e-learning in attività pre-aula e post-aula. Il corso prevede attività di affiancamento e la predisposizione di un progetto di lavoro finale. Si articola in sei moduli formativi: il settore economico dei Bac (Beni artistici e culturali); la digitalizzazione dei Bac; i sistemi informativi integrati per i Bac; il digital marketing per i Bac; le tecnologie digitali per i Bac; la misurazione delle performance. Le iscrizioni sono aperte fino alle 12 di lunedì 29 maggio 2017. Il numero massimo è di 30 partecipanti: possono accedervi laureati in qualsiasi disciplina con conoscenze coerenti con gli obiettivi del corso e diplomati con esperienza almeno triennale nel settore dei beni e delle attività culturali. Il costo è di 816 euro.