Gauss Fusion, l’azienda greentech europea, fondata per costruire la prima centrale a energia da fusione su scala commerciale del continente, ha presentato oggi il suo Conceptual Design Report (Cdr): un progetto concettuale completo che dà forma alla centrale Giga e definisce, per la prima volta, come la fusione possa evolvere dalla ricerca scientifica alla realtà industriale.
Il Cdr è stato sviluppato nell’arco di tre anni con il contributo di partner provenienti da cinque Paesi europei, con una partecipazione italiana di primo piano che comprende Asg Superconductors tramite Hofima (Famiglia Malacalza), insieme ai partner Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Consorzio Icas (Italian Consortium for Applied Superconductivity) e Simic. L’Italia si conferma così un attore chiave nella filiera europea della fusione, contribuendo con competenze di eccellenza nella superconduttività, ingegneria avanzata e manifattura di precisione, ambiti che rappresentano la base tecnologica della futura industria della fusione.
Il Cdr di Gauss Fusion viene presentato a pochi giorni dall’annuncio, da parte del Governo tedesco, del Piano d’azione per la fusione da 2 miliardi di euro e rappresenta una risposta concreta all’appello di Berlino per accelerare il passaggio dalla ricerca alla realizzazione industriale.
Il documento – che combina una roadmap di industrializzazione e un progetto tecnico di oltre mille pagine – sarà consegnato al Governo federale entro i prossimi dieci giorni, rappresentando un passo decisivo nel percorso di Gauss Fusion verso la realizzazione della prima centrale a fusione commerciale entro la metà degli anni 2040. L’iniziativa colloca l’azienda al centro dello sforzo europeo per portare la fusione su scala industriale, dove la cooperazione tra Italia, Francia, Germania e Spagna è il cardine per la costruzione di una filiera tecnologica e produttiva sovrana.
Sviluppato nel corso di tre anni con il supporto di partner industriali provenienti da tutta Europa, il Cdr affronta tutti i sistemi chiave necessari per costruire la prima centrale a fusione: dall’architettura complessiva, alle basi e al concetto di progettazione, dal quadro di sicurezza alla strategia di qualificazione, fino all’ingegneria di sistema, alla gestione del ciclo di vita e dei materiali radioattivi.
Stabilisce inoltre un quadro di riferimento per costi e tempistiche: l’investimento stimato per il primo reattore commerciale first-of-a-kind si colloca tra 15 e 18 miliardi di euro, con l’obiettivo, appunto, di completarlo entro la metà degli anni 2040 (stime 2025).
Fin dalle prime fasi, Gauss Fusion ha adottato un approccio di project performance di livello mondiale, basato su best practice internazionali di gestione dei grandi progetti industriali, con monitoraggio tramite indicatori chiave (kpi) e gestione proattiva dei rischi e delle opportunità.
Il rapporto dà piena forma alla visione di un “Eurofighter della Fusione” – un programma paneuropeo che unisce competenze industriali, investimenti nazionali e capacità di filiera per realizzare un obiettivo comune: la sovranità energetica dell’Europa. Il programma si articola in fasi con traguardi progressivi che permettono a partner, azionisti e stakeholder di monitorare i risultati e incrementare il livello di maturità tecnologica riducendo i rischi.
Un’alleanza europea, con l’Italia in prima linea
Il progetto riunisce importanti partner europei dell’ingegneria e della ricerca, tra cui realtà con sede nei seguenti Paesi:
In Italia Gauss Fusion annovera tra i propri azionisti industriali Asg Superconductors tramite Hofima (Famiglia Malacalza). Accanto ad Asg, collaborano Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e il Consorzio Icas (Italian Consortium for Applied Superconductivity), partner di riferimento per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. Completa la rete italiana Simic, impegnata nella costruzione e nelle grandi infrastrutture meccaniche.
In Francia, l’azienda collabora con Alsymex, con il supporto dell’azionista Alcen, per la fattibilità produttiva e lo sviluppo dei prototipi, con Assystem per l’ingegneria dei sistemi e con il Cea, partner di eccellenza nella ricerca nucleare e dei materiali.
In Spagna, Gauss Fusion lavora con un altro azionista industriale, Idom, specializzato nella progettazione ingegneristica complessa del ciclo del combustibile e con Ifmif-Dones per la qualificazione dei materiali.
In Germania la collaborazione con RI Research Instruments e Bruker Eas apporta competenze chiave nella realizzazione di componenti ad alta precisione e tecnologie superconduttrici avanzate, fondamentali per l’architettura del progetto Giga.
Questa alleanza europea, costruita su competenze complementari e su un forte asse industriale che unisce Italia, Francia, Germania, Spagna è la chiave per fare della fusione una realtà produttiva, sostenibile e competitiva. Con il supporto di questa rete, Gauss Fusion sta sviluppando il concetto tecnico più avanzato mai realizzato per una centrale a fusione.
Il Cdr copre, infatti, l’intero spettro dello sviluppo: dalla fisica del plasma all’immissione in rete, dalla scienza dei materiali alla gestione del ciclo di vita.
Ispirandosi all’industria aerospaziale, Gauss Fusion adotta la concurrent engineering, un metodo che consente a team interdisciplinari di lavorare in parallelo su diversi processi progettuali nello stesso luogo, con una maggiore efficienza in termini di costi e prestazioni sin dalle prime fasi di progettazione.
Milena Roveda, ceo, Gauss Fusion: «Il nostro Conceptual Design Report è il culmine di tre anni di lavoro per trasformare la promessa della fusione in Giga: un progetto credibile e concreto, a livello concettuale, di centrale a fusione. Dimostra che l’industria europea, e in particolare quella italiana, con la sua eccellenza nella manifattura avanzata, nella superconduttività e nell’ingegneria di precisione, possiede già oggi le capacità necessarie per passare dalla visione alla realtà ingegneristica. Il prossimo passo sarà evolvere dal concetto all’ingegneria di dettaglio, trasformando questo progetto in un modello industriale per la prima generazione europea di centrali a fusione».
Frédérick Bordry, cto, Gauss Fusion: «Il Conceptual Design Report affronta le sfide industriali più complesse che separano la scienza della fusione dalla produzione di energia da fusione. Dallo sviluppo di un ciclo chiuso del trizio, al controllo dei magneti superconduttori avanzati e dei materiali capaci di resistere a carichi termici e neutronici estremi. Superare ciascuna di queste sfide è essenziale per rendere la fusione non solo tecnicamente realizzabile, ma anche commercialmente sostenibile. Risolverle determinerà chi guiderà la corsa globale alla fusione e se l’Europa potrà assicurarsi una vera sovranità energetica per le generazioni future».
Oltre ai partner, ai collaboratori e agli azionisti, un ruolo fondamentale è stato svolto dal Bundesministerium für Forschung, Technologie und Raumfahrt, in particolare nel favorire lo sviluppo delle tecnologie abilitanti per la fusione attraverso l’attuazione di partenariati pubblico-privato. Sono già in corso collaborazioni con il Max Planck Institute for Plasma Physics, il Karlsruhe Institute of Technology e il Forschungszentrum Jülich.
Questi programmi di collaborazione saranno ampliati nella prossima fase di progettazione, prevista dopo la revisione del Cdr da parte di un comitato indipendente nel gennaio 2026.