L’emergenza sanitaria ha costretto una buona parte delle famiglie a passare molto tempo tra le mura domestiche, modificando radicalmente le proprie abitudini sociali e il modo di vivere la casa.
Ma le abitazioni dei liguri sono adeguate a fronteggiare questa situazione? A rispondere ci ha pensato l’analisi di Abitare Co., società attiva nell’ambito dell’intermediazione immobiliare. Secondo il report, le famiglie liguri hanno a disposizione una superficie media di 96 mq (contro una media nazionale di 117 mq), uno dei valori più bassi tra le regioni italiane.
Tra le 12 grandi città italiane sono i milanesi ad avere la minore superficie media (88 mq), seguiti dai torinesi (91 mq), dai bolognesi (96 mq) e dai genovesi (99 mq), mentre gli spazi si allargano a Palermo (116 mq), Verona (114 mq) e Venezia (112 mq).
Secondo l’ultimo censimento Istat, quasi un’abitazione ligure su due (48,7%) occupata da persone residenti è al di sotto degli 80 mq e il 19,2% non raggiunge i 60 mq. Tra le province, la percentuale di case inferiori a 80 mq è più alta a Imperia (54,2%).
Inoltre, quasi un terzo delle abitazioni liguri (32,9%) occupate da più di 4 persone è inferiore a 80 mq (la percentuale più alta tra le regioni), ma con un’incidenza che arriva a ben il 39,5% nella provincia di Imperia.
Abitazioni sovraffollate secondo l’analisi di Abitare Co: nel 2018 ben il 24,1% dei liguri, pari a oltre 375.300 cittadini, viveva in questa condizione. Un dato comunque migliore rispetto alle regioni come le Marche (41,2%), l’Umbria (37,7%) e l’Abruzzo (37,4%).
Ma oltre al sovraffollamento si aggiunge anche la carenza dei servizi primari e strutturali. Anche se rispetto al 2014 c’è stato un significativo miglioramento, nel 2018 oltre 191.500 cittadini liguri (12,3% della popolazione) vivevano in abitazioni con problemi strutturali o di umidità. Si è comunque ben lontani dalla fotografia registrata in Calabria, Sardegna e Lazio, dove le percentuali superano il 20%.
Inoltre, ritornando al censimento del 2011, nelle abitazioni liguri occupate da persone residenti oltre 2 mila case erano senza acqua potabile e 8.250 senza acqua calda, quasi 22.900 non avevano un impianto di riscaldamento, in circa 1.050 si registrava l’assenza di un gabinetto e in 4.950 nessun impianto doccia e/o vasche da bagno.
Ultimo aspetto che in questo periodo ha un ruolo importante per le famiglie in quanto consente di avere un contatto con l’esterno, riguarda la presenza di balconi, terrazzi e giardini di proprietà. Se la maggior parte sono senza dubbio “fortunati”, nel 2019 c’era comunque il 13,9%, pari a 105 mila famiglie, che non disponeva di questi “benefit”.