Rischiare o tenersi sulla difensiva? Scegliere titoli che promettono alti rendimenti o quelli a bassa volatilità, crescita moderata e dividendi stabili? È il dilemma di ogni investitore. In genere non si tratta di puntare al 100% su un tipo di investimento o su un altro, ma di proporzioni: una parte delle risorse viene destinata ad asset con maggiori potenzialità di guadagno e con un certo rischio, un’altra a segmenti più difensivi. Ma quale rapporto scegliere? La via più sicura è affidarsi alla consulenza di un professionista che, nel comporre il nostro portafoglio, partirà dal profilo di rischio che riteniamo accettabile e dall’orizzonte temporale più rispondente alle nostre aspettative.
Comunque vediamo di chiarirci le idee sulle possibilità offerte dal mercato a chi cerca sicurezza. In momenti di incertezza come questi, con una guerra in Europa e un’altra in Medio Oriente, dubbi sullo sviluppo economico della Cina, variazioni sui tassi decisi dalle banche centrali, le elezioni presidenziali negli Usa tra poco più di un mese, una domanda che molti si pongono è: quali sono gli investimenti più sicuri?
La sicurezza assoluta non esiste ma il ventaglio delle scelte per l’investitore “conservativo” o per la parte difensiva del portafoglio è ampio. Ci sono i bond, i fondi monetari, i conti deposito … Tutti presentano vantaggi e svantaggi. Le obbligazioni risentono dell’effetto tassi, i fondi monetari si collocano nello spazio di minor rischio-rendimento e neppure i conti deposito offrono alti rendimenti. Anche l’oro, bene rifugio per eccellenza, va valutato con attenzione: l’incertezza geopolitica lo favorisce ma l’aumento dei tassi lo rende meno attrattivo visto che non paga alcun interesse.
Una buona soluzione per restare sul mercato azionario riducendo il rischio è spostare una parte degli investimenti dai titoli di aziende più innovative e volatili a titoli tradizionalmente più tranquilli. Quali sono? Sono i consumer staples, in italiano beni di prima necessità. Con questo termine si intende quel settore azionario, comprensivo di titoli di società, che produce o distribuisce al dettaglio beni di consumo come quelli alimentari e i prodotti per la cura della persona. Beni primari, l’alimentare su tutti, di cui non si può fare a meno per vivere, al contrario dei consumi ciclici che comprendono prodotti e servizi di lusso, l’abbigliamento, le automobili, l’elettronica, l’intrattenimento. Se c’è bisogno di risparmiare si può rinunciare alle vacanze, si può andare meno spesso al ristorante, rimandare il cambio dell’automobile o della barca ma bisogna pur mangiare, bere, usare il dentifricio ecc… ogni giorno. Le aziende che producono e distribuiscono beni di cui i consumatori hanno bisogno indipendentemente dalla situazione economica tendono quindi ad avere una domanda stabile. Possono essere sostituite nelle preferenze dei consumatori ma, grazie ai loro marchi consolidati, alle economie di scala e alle reti di distribuzione estese, si difendono con efficacia dai nuovi concorrenti. Inoltre, i consumatori tendono a essere fedeli ai marchi di beni di prima necessità. Tutto questo rende le azioni dei consumer staples meno volatili e più resistenti alle fluttuazioni economiche.
«La protezione offerta dalle azioni dei beni di prima necessità – puntualizza Claudio Dellepiane, area manager Fineco Liguria che coordina l’area da Sestri Levante a Ventimiglia – deriva dalla loro natura essenziale, dalla minore volatilità e dalla capacità delle aziende di adattarsi alle variazioni economiche come l’inflazione. Investire in azioni di consumo ciclico può offrire un potenziale di crescita significativo durante i periodi di espansione economica, ma bisogna considerare che queste azioni sono più volatili. Al contrario, le azioni dei beni di prima necessità offrono stabilità, protezione nei periodi di incertezza e un flusso di reddito affidabile attraverso dividendi regolari. Per gli investitori che cercano un equilibrio tra crescita e protezione del capitale, l’inclusione di azioni legate ai beni di prima necessità può essere una scelta strategica per costruire un portafoglio resiliente nel lungo termine».