Raggiungere la parità di genere aumentando la rappresentanza femminile nei processi decisionali: in Liguria c’è ancora da lavorare. Su 234 Comuni liguri solo 35 sono guidati da donne, il 14,9%. La percentuale sale al 17,2% se si prendono in considerazione i piccoli Comuni, quelli sotto ai 5 mila abitanti (27 donne sindaco su 157).
Sono alcuni dei dati emersi dal convegno “Agenda 2030 – Parità di genere: possibilità o necessità? Focus sulla presenza e il ruolo delle donne nella Pa oggi e domani”, promosso dai sindaci donne di Garlenda Silvia Pittoli, Osiglia Paola Scarzella, Pieve Ligure Paola Negro, Testico Lucia Moscato e Vessalico Paola Giliberti, iniziativa sostenuta dall’Ufficio di Presidenza di Anci Liguria, Regione Liguria, consigliera di parità Regione Liguria, Università di Genova e Fondazione Compagnia di San Paolo.
Il numero di donne sindaco è cresciuto poco negli ultimi 10 anni in Italia: nel 2014 i Comuni amministrati da donne erano il 13,4%, in Liguria il 12,0%; oggi la media nazionale è del 15,2%, con la Liguria, come detto, poco sotto al 14,9%.
A ricoprire il ruolo di assessore comunale in Liguria, invece, sono 188 donne su 432 in totale (il 43,5%), mentre le consigliere sono 1.021 su 3.009 (il 33,9%).
«Perché il 51,7% della popolazione è così poco presente nelle posizioni apicali decisionali delle nostre istituzioni? – si chiedono i sindaci donna che hanno promosso l’evento – C’è ancora molto da fare per raggiungere una vera uguaglianza di genere. Per questo, c’è bisogno di cooperare, a tutti i livelli, per costruire strategie educative e rieducative condivise. Dal conseguimento della parità di genere dipende il conseguimento della giustizia sociale non solo a beneficio del genere femminile ma anche del genere maschile se si pensa agli stereotipi, agli schemi di comportamento anticamente preordinati e radicati che costituiscono un limite alla emotività, alla libertà di esprimere pensieri non riconosciuti o ricondotti alla sfera tipica del genere maschile. L’obiettivo che dobbiamo porci tutti è ricostruire il tessuto sociale delle nostre piccole o grandi società locali alle quali deve giungere forte e chiara la vicinanza delle Istituzioni che le governano; Istituzioni che non sono solo luoghi della burocrazia che perseguita gli addetti ai lavori, ma luoghi dove si studiano le strategie possibili per dare servizi che aiutino la maturità culturale. Non si può prescindere dal contributo femminile perché fondamentale per la crescita democratica del nostro Paese».
La giornata di oggi ha avuto come obiettivo quello di avviare un processo di coinvolgimento e partecipazione attiva rivolta a tutte le amministratrici e gli amministratori locali, anche extra-regionali, che condividono il valore della tematica relativa all’uguaglianza nelle pari opportunità tra i sessi.
Prossimo passo: la costruzione di una rete lineare e trasversale di strategie condivise, da cui scaturiranno progettualità locali e nazionali, per superare ogni forma di discriminazione ancora oggi esistente.
Nel corso dell’evento, aperto da una performance dell’attrice Mariella Speranza, sono intervenuti il vicepresidente di Regione Liguria Alessandro Piana; la coordinatrice di Anci Giovane Liguria Francesca Corso; la consigliera di parità di Regione Liguria Laura Amoretti; la dott.ssa Valentina Pericoli di Refe – Strategie di sviluppo sostenibile; i docenti del Disfor – Università di Genova Franco Manti ed Emanuela Abbatecola.
Hanno portato il proprio contributo al dibattito il vicepresidente del Consiglio regionale Armando Sanna e i consiglieri regionali Selena Candia, Chiara Cerri, Sergio Rossetti, Veronica Russo, Sonia Viale e la consigliera comunale di Genova Cristina Lodi.
Presenti anche grandi donne manager, tra cui la direttrice della Rai Liguria Antonella Pacetti e la direttrice generale della Città metropolitana di Genova Maria Concetta Giardina.