L’espansione dell’attività economica genovese, già marginale nella prima metà dell’anno, si è definitivamente interrotta nel secondo semestre. Male la manifattura, con la produzione industriale che cala e la domanda dall’estero è risultata più debole dell’atteso. Si salvano la cantieristica navale e l’automazione, mentre a tenere è il terziario, soprattutto il turismo.
Sono i dati congiunturali del secondo semestre 2023 diffusi da Confindustria Genova sull’economia ligure. Il titolo di “Acque agitate” rende l’idea. Il presidente Umberto Risso commenta: «Ormai ci stiamo quasi abituando. Negli ultimi tre anni si sono susseguiti una serie di eventi, chiamiamoli cigni neri, che rappresentano ormai quasi una normalità di situazioni problematiche, liquide. L’ultima è proprio la questione del Mar Rosso. L’aspetto almeno positivo è che l’atteggiamento delle imprese verso il primo semestre 2024 non è del tutto negativo e uno dei pochi elementi positivi è proprio l’incremento dell’occupazione».
Manifattura
In nessuno dei settori manifatturieri si è assistito a un contemporaneo incremento della produzione e della domanda dall’estero: in ciascuno di essi almeno una di queste variabili è stata rendicontata in calo nonostante il forte calo dei costi di materie prime e semilavorati. Sugli ordini l’eccezione è la cantieristica navale.
Il calo della produzione è imputabile soprattutto a chimica, plastica e impiantistica-metalmeccanica.
La crescita del giro d’affari delle aziende genovesi ha subito un improvviso arresto, se confrontata con lo stesso periodo del 2022. In parte influisce una dinamica dei prezzi nettamente più moderata, in parte deriva dai risultati negativi riscontrati nei settori energetico e metalmeccanico-impiantistico.
L’export delle aziende genovesi si è ridotto nella seconda parte dell’anno: dai dati Istat-Coeweb nel terzo trimestre 2023 le vendite all’estero dalla Città Metropolitana di Genova si sono ridotte dell’11,8% in valore. La contrazione, non lieve, deriva soprattutto dai minori scambi di coke e prodotti petroliferi raffinati (-132 mln € di export in tre mesi) e di prodotti chimici (-53 mln €), ma in flessione risultano anche altre voci tra cui quella che, nel recente passato, ha trascinato al rialzo le esportazioni locali: mezzi di trasporto, ovvero sia, nel caso genovese, imbarcazioni.
In media, comunque, i comparti che hanno registrato risultati migliori all’estero mostrano una dinamica più favorevole della produzione industriale (e viceversa).
Trasporti, logistica ed energia
Le aziende dei settori trasporti, distribuzione e logistica hanno riportato a consuntivo risultati complessivamente negativi nel secondo semestre 2023, pur con rilevanti distinguo tra settori. Le imprese dell’energia vedono contrarsi giro d’affari e margini lordi, causa anche del crollo delle quotazioni energetiche. Non è un caso che la percentuale di flessione del fatturato sia simile a quella relativa ai prezzi di vendita (-19,9% rispetto allo stesso periodo 2022).
Contrastato l’andamento dei terminal operators: bene il giro d’affari con clienti stranieri, male quello con clienti nazionali, ma i margini lordi cominciano a soffrire. Nella logistica bene l’autotrasporto, dove cresce fatturato e occupazione (nonostante le difficoltà di ricerca del personale siano critiche).
Porto
Tra luglio e novembre l’attività del Porto ha subito una battuta d’arresto rispetto al 2022. Da novembre scorso inoltre gli attacchi Houti nel Mar Rosso hanno costretto a ritardi le navi dirette a Genova e fatto impennare i costi di trasporto dei container e così, oltre alle difficoltà legate all’export, dagli ultimi giorni di dicembre 2023 si sono aggiunte preoccupazioni legate ai costi delle importazioni. Molte compagnie di trasporto hanno deciso di far compiere alle proprie navi un percorso molto più lungo: anziché passare da Suez, circumnavigare l’Africa e passare per Gibilterra (12-15 giorni di navigazione aggiuntiva). Il 90% del volume degli scambi globali avviene via mare; di questo, prima di tale crisi, il 12% transitava per il Canale di Suez. Per l’Italia, il 54% degli scambi è via nave, di cui il 40% tramite Suez; soprattutto, via mare transita più del 90% dei flussi italiani con i principali paesi a est del Mar Rosso (in Asia e parte del Medio Oriente).
Potenzialmente esposti, viste le specificità del tessuto produttivo genovese, sono: gli scambi di petrolio e gas (in entrata), quelli di beni elettronici e apparecchi elettrici (gran parte dell’import extra-UE viene dalla Cina), quelli di macchinari (soprattutto in uscita).
L’impatto economico del crollo del trasporto marittimo attraverso il Canale di Suez è fortemente condizionato alla sua persistenza: più è prolungato, maggiori saranno gli effetti negativi sul commercio estero italiano e globale.
I costi di trasporto di un container “tipico” da Shanghai a Genova sono più che quadruplicati nel giro di un mese e mezzo (+350%). L’impennata dei costi non si riflette su altre tratte.
Quanto alla riduzione dei traffici dal canale di Suez si sta riflettendo in una simmetrica riduzione di traffico del Porto.
Giacomo Franceschini, responsabile del Centro studi di Confindustria Genova commenta: «Potrebbe esserci il rischio di un cambiamento di destinazione finale di alcune navi, soprattutto quelle destinate all’importazione di beni in Europa, preferendo lo sbarco a Rotterdam piuttosto che arrivare in Italia passando per Gibilterra».
Servizi
A rendere meno severe le flessioni complessive hanno contribuito i servizi, in particolare il turismo, che continua a segnare forti progressi trascinato dalla spesa record degli stranieri.
Arrivi e presenze di turisti stranieri sono ulteriormente in crescita dopo le forti espansioni dei due anni precedenti: rispetto al 2021 nel periodo luglio-novembre i turisti dall’estero sono aumentati del 42% (+6,6% invece rispetto al 2022).
Fondamentale a sostenere la dinamica economica è quindi la spesa sul territorio di questi viaggiatori: analisi condotte a livello nazionale registrano un record storico di spesa dei turisti stranieri toccato lo scorso luglio. Questa spesa, se comparata con i livelli pre-pandemia, mostra un +24,5% sul 2019, ma ciò è solo in piccola parte dovuto all’aumento dei prezzi dei servizi turistici (circa +6% nel 2023). L’ottima performance turistica si è riflessa nel settore alberghiero italiano, che ha beneficiato di un vero e proprio boom: il fatturato dei servizi di alloggio è andato meglio del totale dei servizi.
Oltre al turismo il giro d’affari è in crescita anche per quanto riguarda il terziario avanzato (soprattutto servizi di consulenza) e autotrasporto.
In calo invece il fatturato nella sanità privata, oltre che nei già citati settori dell’energia e dei terminal portuali.
Finanza e assicurazioni
Nel secondo semestre 2023 il comparto bancario-assicurativo genovese ha visto diminuire il proprio fatturato del 2,1% se confrontato con lo stesso periodo 2022. Questo calo è imputabile alla contrazione della raccolta presso la clientela e del calo dei prestiti. Il settore delle assicurazioni registra invece importanti incrementi del valore dei premi e delle provvigioni, trascinando al rialzo i margini.
I cali nell’offerta di presti e nella raccolta presso la clientela influenzano negativamente il comparto bancario-assicurativo nella seconda metà dell’anno.
Dai dati Banca d’Italia, disponibili fino ai mesi estivi dell’anno scorso, dal lato dell’offerta di credito, in un contesto caratterizzato dal forte rialzo dei tassi di interesse, i criteri applicati dalle banche sono divenuti più restrittivi. L’irrigidimento delle condizioni, che si è manifestato attraverso una riduzione delle quantità concesse e un contenuto aumento dei margini applicati ai clienti più rischiosi, ha riguardato le costruzioni e i servizi.
Nei mesi estivi il calo dei finanziamenti al settore privato non finanziario si è intensificato (in Liguria -5% alla fine di agosto), sia nella componente riferita alle imprese che in quella relativa alle famiglie consumatrici (sempre in Liguria i cali si sono attestati rispettivamente sul -9,2 e -1,1 per cento).
Analogamente, nello stesso periodo, si sono ridotti i depositi bancari complessivi. Crescono invece commissioni e costi dei servizi offerti dagli istituti di credito.
In ogni caso, le indicazioni del campione di aziende operanti nella finanza e associate a Confindustria Genova ha indicato un aumento degli organici pari 2,3% nel semestre.
Nel settore assicurativo si assiste all’espansione del giro d’affari, con premi e provvigioni giudicati in rialzo del 10,9% nel secondo semestre del 2023. I margini lordi sono in netto rialzo (+17,6%). Il positivo andamento economico si riflette sull’occupazione, in aumento del 3,8%
Occupazione
Continua a crescere l’occupazione, ma a ritmo attutito e con difficoltà di reperimento. Non si interrompe la crescita degli organici (+0,9%). L’aumento dell’occupazione è comune a gran parte dei settori di attività, pur con ampiezze differenti. I rialzi più elevati riguardano i settori della logistica e trasporti, banche e assicurazioni, chimica e plastica. Segni di debolezza invece provengono da impiantistica-metalmeccanica e sanità.
Ad aumentare sono, al contrario, le difficoltà delle aziende nel selezionare e assumere personale.
Secondo i dati del sistema informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal, nel 2023 sono state finalizzate 66.670 assunzioni e nel 46% dei casi le aziende hanno segnalato di aver avuto difficoltà a ricoprire le posizioni aperte per carenza di candidati o per candidati giudicati non sufficientemente preparati.
Per alcune professioni la percentuale di assunzioni per le quali sono state affrontate difficoltà di reperimento supera il 60%; si tratta di operai specializzati, operai semi-qualificati, conduttori di impianti e conducenti di veicoli. Elevate criticità di reperimento anche per le professioni ad alta specializzazione e per quelle tecniche (in particolare tecnici in campo ingegneristico e tecnici della salute.
Futuro
Secondo le previsioni espresse dalle imprese l’attività economica migliorerà nel primo semestre 2024, grazie a maggiori esportazioni e conseguenti riflessi positivi sulla produzione. indicano un aumento moderato del fatturato, derivante da una migliore dinamica del commercio con l’estero. La produzione dovrebbe trarne un beneficio facendo registrale un limitato incremento percentuale. Tali indicazioni, raccolte nel periodo di dicembre 2023, devono tuttavia trovare conferma rispetto alle variabili di tempo e di contesto congiunturale in cui si troveranno a operare le singole aziende. Le dinamiche appaiono comunque coerenti con le previsioni nazionali elaborate dal Centro Studi Confindustria.