Siamo alla stretta finale per il futuro dell’ex Ilva. Lunedì 8 gennaio si confronteranno Mittal e Governo, che poi, il il 9 e il 10, incontrerà i sindacati.
Il governo all’azionista di maggioranza, ArcelorMittal, chiederà garanzie su investimenti, livelli di produzione, sicurezza dei lavoratori, salvaguardia degli impianti e tutela ambientale. Una nota di Palazzo Chigi assicura l’impegno per garantire la continuità produttiva, vagliando le ipotesi in campo per evitare il ricorso all’amministrazione straordinaria. Il principale oggetto del contendere tra il governo e il socio indiano di Acciaierie d’Italia riguarda la ricapitalizzazione pro quota della società che per Mittal dovrebbe essere di 320 milioni, mentre per lo Stato, socio di minoranza, non dovrebbe essere inferiore ai 1,320 miliardi. Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che «Se il socio di maggioranza non risponderà a questa richiesta il governo ne prenderà atto e prenderà i suoi provvedimenti». Il governo però deve evitare il rischio di contenziosi internazionali e di dover pagare penali.
La distanza tra le parti preoccupa i sindacati che temono una chiusura dell’impianto e stanno valutando le possibili forme di mobilitazione da prendere dopo gli incontri con il governo. Intanto il 10 gennaio termina l’obbligo imposto a Snam di continuare ad alimentare di gas il sito siderurgico di Taranto, mentre gli autotrasportatori dell’indotto ex Ilva sono in presidio davanti alla portineria C dello stabilimento siderurgico lamentando i ritardi nei pagamenti delle fatture da parte di Acciaierie d’Italia. L’iniziativa di mobilitazione avviata da Casartigiani Taranto, supportata dalle associazioni datoriali Aigi e Confapi Taranto, si protrarrà fino a lunedì 8 gennaio, per comprendere se la multinazionale intende partecipare agli investimenti necessari per far fronte alla crisi finanziaria o se si apriranno altri scenari. La protesta verrà sospesa sabato 6 e domenica 7 gennaio e riprenderà alle 7 del mattino seguente.
Il deputato ligure del Pd, Luca Pastorino, in una nota osserva che “a oggi il governo si è dimostrato privo di contenuti, nonostante le molte parole del ministro Urso, e ben lontano dal risolvere la situazione”. “Dal governo – sottolinea il deputato – nessuna certezza e nessuna notizia, a questo punto occorrerebbe davvero una cartomante per provare a sapere qualcosa, lo dico prendendo in prestito le parole di un sindacalista che ben conosce la situazione. Chiediamo fortemente in ogni caso che lunedì prossimo sia il giorno risolutivo per dare prospettive a questo comparto e sicurezza ai lavoratori”