Ieri si è spento Mario Bottaro, ideatore, fondatore, primo direttore ed editore di questo giornale. Aveva 76 anni e una lunga carriera giornalistica alle spalle. Cronista, capocronista, inviato e infine vicedirettore del Secolo XIX, è stato docente di Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università di Genova, nel corso di laurea magistrale in Informazione ed Editoria. Nel 2000 aveva fondato Red@zione, agenzia di comunicazione diventata casa editrice, nel 2005 Liguria Business Journal.
Ha avviato alla professione molti giornalisti, oggi impegnati nella nostra e in altre testate e in enti pubblici. Tutti i giovani che oggi lavorano in Liguria Business Journal hanno trovato in lui un maestro che ha insegnato loro il mestiere dall’abc, i meno giovani un amico, pronto ad aiutare chi si trovava in momenti difficili.
Noi qui vogliamo ricordarlo come creatore di Liguria Business Journal. La sua idea era stata quella di fondare un mensile, cartaceo, di “marketing territoriale”. Un periodico che si sarebbe occupato prevalentemente di analizzare e descrivere il tessuto economico della regione e di fare conoscere, e capire, i provvedimenti delle istituzioni.
Trattare di economia e finanza, e politica senza i suoi aspetti pittoreschi da talk shaw serale ma per le sue ricadute economiche – rivolgendosi a un bacino di utenza di un milione mezzo di abitanti, in una regione in cui alla Spezia non si sapeva cosa succedeva a Ventimiglia, non era un’impresa facile. Il progetto avrebbe potuto naufragare in pochi mesi. Bottaro però voleva scardinare la tradizionale diffidenza dei liguri nei confronti del nuovo. E la sua l’idea era vitale. L’esprime bene il termine “marketing territoriale”, che Mario adoperava spesso e aveva messo anche nell’intestazione del giornale.
Che cosa intendeva per “marketing territoriale” se il periodico, almeno all’inizio, era destinato al pubblico ligure? Potremmo dire: diffondere autoconsapevolezza delle peculiarità e dei vantaggi competitivi della nostra regione. Perché per farsi capire e conoscere dagli altri dobbiamo conoscere noi stessi, dobbiamo sapere cosa abbiamo da offrire.
Negli anni cui Mario pensava il suo nuovo giornale, in Europa erano già diffuse le agenzie per l’attrazione degli investimenti. Esempi di successo si erano avuti in Austria, nel Galles e in altri Paesi. Queste agenzie, che potevano avere base nazionale o regionale, organizzavano azioni integrate di promozione delle opportunità di un territorio per attrarre investimenti. In genere godevano di ampia autonomia e spesso della possibilità di utilizzare la leva fiscale. Allora in Italia c’era qualcosa di simile nel torinese e poco altro. In Liguria si era agli inizi.
Liguria Business Journal partì senza aspettare compagni di viaggio. Se prendeva in esame un comparto, un distretto produttivo, un’azienda, un problema amministrativo, lo faceva in modo esauriente, con articoli di decine di pagine, dense di dati, tutti verificati. Inchieste, approfondimenti, interviste, storie di imprese e il racconto della Liguria attraverso i principali settori dell’economia: dall’industria all’artigianato, dalla sanità al turismo. C’era tutto, o quasi, per chi voleva conoscere il sistema economico ligure. Un imprenditore, un consigliere comunale o regionale, un amministratore se vedeva nel periodico l’argomento di cui si stava occupando poteva essere sicuro di trovarvi almeno l’inizio della documentazione necessaria. La redazione era probabilmente la più giovane di tutta la regione: come docente, Bottaro amava coinvolgere i suoi studenti prima in stage e poi come collaboratori veri e propri. I conti tornavano, nonostante una foliazione di oltre 80 pagine, una rarità nel panorama editoriale non solo ligure.
Poi i tempi sono cambiati. La grande recessione globale iniziata nel 2008 ha tagliato i budget delle aziende destinati alla pubblicità. Liguria Business Journal, che fino ad allora aveva sempre trovato le risorse necessarie per vivere, ha cominciato a soffrire e poi è andato in crisi. Tanto più che, ormai, le pile dei giornali di carta stavano scomparendo dalle scrivanie. Internet era esplosa, i dati si trovavano più agevolmente nel web che scartabellando pagine di giornali di carta. E i costi di stampa e distribuzione erano sempre meno sostenibili.
Nel 2014 Liguria Business Journal si è trasformata in testata on line. Nel 2015 le strade del giornale e del suo fondatore si sono separate.
La logica dell’on line è radicalmente diversa da quella del periodico cartaceo e Liguria Business Journal, man mano che l’ha adottata, è cambiato profondamente nel corso degli anni. Però ha mantenuto la sua missione originale, ideata e voluta dal suo fondatore: marketing territoriale, approfondimenti, ricerca delle possibili leve di sviluppo del territorio e presentazione di “case history” che possano fare da esempio.
E la porta avanti, da oggi anche nel suo ricordo.
I funerali sono fissati per lunedì 5 giugno alle 10 alla Basilica di Carignano di Genova.