Colorate, rare, dalle forme bizzarre, distribuite su territori con caratteristiche particolari. Sono le orchidee selvatiche che, grazie al progetto europeo LIFEorchids cofinanziato nell’ambito del programma Life, sono tutelate e conservate perché il loro habitat è a rischio.
Lo hanno spiegato a Euroflora questa mattina, durante l’incontro “LIFEorchids: alla scoperta delle orchidee selvatiche e dei loro custodi”, Mariangela Girlanda dell’Università di Torino, Laura Cornara, Università di Genova, Jacopo Calevo, Royal Botanic Garden Kew e Mario Calbi, esperto di orchidee.
«Lo scopo del progetto LIFEorchids – spiega Girlanda – è contrastare l’attuale declino di orchidee spontanee, tipiche di praterie che mantengono le loro caratteristiche di biodiversità solo se gestite dall’uomo. In assenza di tali cure l’habitat è destinato a scomparire, perché prendono il sopravvento specie arbustive ed arboree che escludono le orchidee. Siamo molto felici che gli enti locali, sensibili e attenti a questo tema, partecipino al nostro progetto diventando protagonisti nella tutela delle orchidee selvatiche con la firma degli accordi di custodia».
Durante la presentazione del progetto i sindaci di Bogliasco, Luca Pastorino, Camogli, Francesco Olivari, Zoagli, Fabio De Ponti, l’assessore di Sestri Levante, Mauro Battilana, e il direttore del Parco regionale dell’Aveto, Paolo Cresta hanno sottoscritto gli accordi di custodia e si impegneranno in azioni di cura e conservazione del territorio per tutelare le orchidee selvatiche.
Con il Comune di Portofino, primo Comune ligure a diventare custode di orchidee in Liguria, salgono così a sei gli enti locali che entrano nella rete dei custodi di orchidee della regione.
«Essere custodi significa essere protagonisti di un’azione concreta di cura e manutenzione del territorio, conservare volontariamente un luogo che ti appartiene: un giardino, un bosco, un prato, un terreno pubblico o privato. La rete dei Custodi, tra Liguria e Piemonte ha visto ad oggi più di ottanta sottoscrizioni», sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, responsabile dell’azione di Custodia nel progetto.
Giovanna Garrone, dell’Università di Torino e project manager del progetto conclude affermando che «nel cuore della Custodia vige il principio di corresponsabilità nella gestione delle risorse naturali, costruendo sinergie e collaborazioni tra enti locali, enti sovracomunali, aziende agricole, privati cittadini».
La rete del progetto LIFEorchids, con l’Università di Torino capofila ha tra i partner l’Università di Genova, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria di Sanremo, Legambiente Lombardia e Czech Union for Nature Conservation (ČSOP), il Parco Regionale di Portofino, l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese.