Esaote compie 40 anni e festeggia con tre giorni di iniziative a Genova, in programma da oggi a giovedì 14 aprile. Un evento internazionale, con oltre 750 ospiti protagonisti tra dipendenti, medici, collaboratori, opinion leader, riuniti per celebrare e ripercorrere la storia dell’azienda biomedicale, diventata leader nel settore dell’imaging diagnostico esplorando per prima in Italia un settore dalle grandi potenzialità in campo tecnologico ed economico-sociale.
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L’intuizione è stata di Carlo Castellano, allora vicedirettore generale della pianificazione degli studi e dei sistemi informativi di Ansaldo Genova (Gruppo Iri-Finmeccanica), che ricorda l’attentato subito nel 1977 da parte delle Brigate Rosse: «Mi hanno colpito quattro proiettili − racconta − Ho fatto molte operazioni, a Torino, perché volevo salvare la gamba a tutti i costi. Una mattina, mentre facevo una tac con un’apparecchiatura della General Electric, poi un altro esame con una macchina Siemens, mi sono chiesto se anche noi, come Ansaldo, non potessimo entrare nel settore, proprio come Siemens e General Electric». La questione, di difficile attuazione in azienda, è rimasta aperta per diverso tempo, fino all’incontro con Fabrizio Landi, laureato in Ingegneria Biomedicale a Milano, la prima persona a essere stata assunta da Castellano per occuparsi nello specifico del progetto sanità, nel 1981: «Gli ho proposto un’assunzione in Ansaldo se avesse portato avanti con me questo progetto – ricorda – Con lui abbiamo costituito la divisione Ansaldo Biomedicale, nel 1982, e siamo partiti. Romano Prodi, che conoscevo, ha fatto stanziare 2 miliardi di lire per il progetto».
Nel frattempo, la divisione entra a far parte di Esacontrol (Gruppo Elsag-Stet) e nel 1988 si fonde con la fiorentina Ote (Officine toscane elettromeccaniche), azienda di antica tradizione tecnologica e industriale, dando vita a Esaote Biomedica spa, un nome che altro non è che l’acronimo delle diverse realtà racchiuse al suo interno: Elsag, Selenia, Ansaldo e Ote. «L’unità è cresciuta benissimo e nel 1994 ci siamo privatizzati», prosegue Castellano.
Nel 2016 Esaote trasferisce la direzione generale e i reparti Ricerca e Sviluppo degli Ultrasuoni e di Information Technology per la sanità al Parco scientifico e tecnologico degli Erzelli, mentre nel 2017 inaugura il nuovo stabilimento di Multedo, dove si concentrano le attività di ricerca e sviluppo, la produzione dei sistemi per la risonanza magnetica, il centro di riparazione dei sistemi diagnostici a ultrasuoni e delle parti di ricambio di tutte le apparecchiature. Nello stesso anno apre il nuovo centro di eccellenza sonde e trasduttori e l’hub logistico mondiale a Firenze. Tra 2018 e 2019 l’intero capitale viene acquisito da un consorzio di primari investitori cinesi, composto da società leader nel settore della tecnologia medicale e dell’healthcare e da fondi di investimento.
Oggi Esaote, con sedi a Genova e Firenze, presente in 100 Paesi, chiude il 2021 con 231,3 milioni di euro di ricavi, in crescita del 5% rispetto al 2020. Il 70% del fatturato è realizzato all’estero. La raccolta ordini è in aumento del 18% sull’esercizio precedente. «Sono cresciuti gli ultrasuoni, la risonanza magnetica, tutto l’It − spiega l’amministratore delegato, Franco Fontana − Un anno ricco di indicatori positivi». L’azienda occupa 1.250 dipendenti nel mondo, di cui il 20% è dedicato alla ricerca e allo sviluppo. Un organico che, nell’ultimo anno, è cresciuto dell’8% a livello mondiale: 150 nuove assunzioni negli ultimi 18 mesi, di cui circa il 30% a Genova, specie nei settori vendite, marketing strategico e ricerca e sviluppo. «Pensiamo che questo trend debba e possa continuare perché siamo in una posizione privilegiata per quello che riguarda lo sfruttamento delle nuove tecnologie, che vogliamo trasformare in nuovi prodotti». La formazione è quella adeguata e le sinergie con il territorio non mancano: «Nel 2021 uno dei progetti che ci ha dato maggiore soddisfazione è l’Academy interna in collaborazione con l’Università di Genova e i sette atenei toscani − spiega Fontana − Progetto che ha portato in azienda 21 giovani talenti che sono stati assunti dopo un primissimo corso di formazione».
Proprio l’R&D è tra i fiori all’occhiello di Esaote, area in cui investe circa l’11% dei propri ricavi. «Nel 2021 abbiamo investito il 10% in più rispetto al 2020, anno in cui avevamo già investito il 10% in più rispetto al 2019 − precisa Fontana − Questo ci ha consentito di accelerare con l’introduzione di nuovi prodotti sul mercato». Il riferimento è alla prima risonanza magnetica open total-body, «che ha tutte le caratteristiche per diventare best seller sul mercato», e ai due nuovi sistemi a ultrasuoni di ultima generazione, lanciati nel corso del 2021.
Anche per il 2022 Esaote ha in serbo un paio di novità: «Puntiamo a lanciare almeno due nuovi prodotti all’anno nel prossimo triennio – afferma l’ad – Abbiamo obiettivi ambiziosi anche per quest’anno, puntiamo a una crescita significativa». Si guarda anche a nuovi mercati: «Abbiamo già avviato azioni mirate per una penetrazione soprattutto in Nord America e in Cina. Stiamo già lavorando in Africa con interessanti progetti, anche se per ora quest’area pesa limitatamente sui nostri mercati complessivi». Lo stesso dicasi per la Russia, dove Esaote è presente con un ufficio di rappresentanza, ancora aperto grazie alle deroghe esistenti per la fornitura di materiale medicale: «Nel complesso è un mercato che ha una sua rilevanza, ma non nei numeri complessivi del gruppo − afferma l’ad − La situazione attuale ci preoccupa, il conflitto ha un impatto da non sottovalutare sia a livello produttivo, sia sulle relazioni, ma fino a oggi siamo riusciti a gestirlo bene. Il 2020 e il 2021 per Esaote sono stati comunque anni positivi e di crescita, nonostante la pandemia. Siamo soddisfatti anche di come è partito il 2022, nonostante le difficoltà, dal punto di vista dello sviluppo del business».
Non era facile reggere in questi quarant’anni, la soddisfazione più grande forse è proprio quella di essere ancora attivi e «fortemente competitivi a livello mondiale», come sottolinea Castellano, che aggiunge: «La linea che sta portando avanti l’ad Fontana è eccellente, quella di lavorare molto sui software applicativi che, partendo dall’ecografia, dalla risonanza magnetica, offrono degli spazi innovativi nuovi per la ricerca e le cure medicali. Noi dobbiamo cogliere queste opportunità».
Un settore, quello dell’hi-tech, su cui secondo Castellano deve guardare con maggiore incisività e attenzione anche la stessa Genova: «Giustamente si parla di infrastrutture, porto, diga − afferma − ma dovremmo avere la lucidità di puntare sull’alta tecnologia. Abbiamo bisogno di creare del lavoro di qualità per i giovani di questa Genova, altrimenti rischiamo che se ne vadano via».