Non tutte le aziende liguri hanno risentito della pandemia. Tra queste ce n’è una che ha incrementato il valore della produzione dell’80% arrivando a un fatturato di 7 milioni: Tb Engineering.
L’azienda è partner per le aziende manifatturiere che intendono migliorare e ottimizzare il processo di approvvigionamento. «Arriviamo dalla consulenza – racconta il ceo Fabrizio Galluzzi – per cui il nostro approccio è “problem solving” e abbiamo l’obiettivo di raggiungere efficienze in termini di riduzione dei costi di manodopera, delle materie prime nonché l’ottimizzazione dei costi di trasporto e degli altri fattori economici. Ci muoviamo nella ricerca globale su ciò che è meglio per il nostro cliente, ci occupiamo della progettazione fino alla campionatura e la profilatura del prodotto per poi alimentare la linea di produzione».
Il core business è quello dell’elettrodomestico: «Forniamo un ventaglio di prodotti assemblati in Italia e in Europa», sottolinea Galluzzi.
L’incremento del 2021 è dovuto all’aumento della domanda mondiale: «In lockdown la gente passava più tempo a casa e ha capito che era arrivato il momento di cambiare dotazione e questo ha avuto come conseguenza un aumento dei volumi, ma ci sono state anche ragioni di servizio in quanto tutti abbiamo sentito parlare degli aumenti dei costi di trasporto e delle materie prime e dei rapporti di cambio che per noi sono un momento critico di successo».
Tb Engineering però non fa solo trading: «Ci occupiamo della progettazione, facciamo co-design, collaboriamo alla realizzazione della specifica finale, poi prepariamo la campionatura per valutare la qualità del prodotto per dare il via alla produzione di massa. Ricerchiamo il miglior prodotto, al miglior costo, ricercando la qualità adeguata in tutto il mondo, anche se principalmente lavoriamo con il Far East, in particolare la Cina, e il Sudamerica, effettuamo importazioni, ma siamo anche attivi sull’export. Abbiamo collaboratori in questi paesi».
La pandemia ha comunque impattato sull’azienda: «Abbiamo avuto un doppio stop produttivo e di consegna complicato da gestire. Abbiamo lavorato per minimizzare gli effetti, ma il 2020 è stato molto complicato. Per fortuna mercato è rimbalzato ed è tornata la crescita della domanda a fine 2020 e poi nel 2021».
Ora però c’è la guerra in Ucraina, in che modo sta influenzando il mercato? «Russia e Ucraina non sono mercati su cui lavoriamo abitualmente. Ciò che sta succedendo ha però un impatto forte perché condiziona i mercati delle materie prime, quelli finanziari, tutto il contesto del business. Stiamo dando fondo alle nostre capacità per lavorare al meglio».