La situazione di guerra in Ucraina ha scatenato una drammatica spirale dei prezzi dei prodotti energetici. Il prezzo del petrolio è in continuo aumento e, conseguentemente, aumenta anche il prezzo dei carburanti.
“Dobbiamo tornare indietro di 10 anni per trovare, nel 2012, un prezzo della benzina a circa 1,90 euro e quello del gasolio a circa 1,78 euro. E non c’era alcuna situazione di conflitto o sanzioni a gravare sul mercato. Da sempre accisa e Iva compongono la parte maggioritaria del prezzo, sfiorando il 60% di quello pagato dal consumatore e non si può far finta di ignorarlo”, è quanto si legge in una nota dell‘associazione Gestori Impianti Stradali Carburanti della Provincia di Genova.
«Nella formazione del prezzo alla pompa c’è una parte rilevante dovuta alla tassazione – afferma Walter Vicentini, presidente Figisc Confcommercio Liguria – Sui carburanti in Italia pesano imposte per il 55,6% per la benzina e per il 52% per il gasolio. A fronte di ciò il gestore continua a percepire 3,5 centesimi lordi su ogni litro di prodotto immesso nel serbatoio degli automobilisti. Indipendentemente dal fatto che il prezzo alla pompa sia di 1 euro o di 10 euro. Pertanto, gli aumenti del prezzo dei carburanti per noi gestori non rappresentano un vantaggio economico. Per acquistare la medesima quantità di prodotto, il gestore deve impegnare maggior capitale con un aumento consequenziale dei costi a fronte di un margine in nostro favore che resta sostanzialmente invariato».
La Figisc Confcommercio Liguria ricorda che il prezzo al pubblico del carburante è costituito, sostanzialmente, di tre componenti economiche: accise e Iva, ricavo industriale lordo e margine per il gestore. “Sul margine in favore del gestore incidono i costi delle transazioni effettuate con moneta elettronica, costi che gravano sull’ultimo segmento della filiera, finendo per erodere circa il 50% di tale margine pro-litro”, si legge nella nota.
«Noi gestori – continua Vicentini – siamo quelli che ci rimettono di più: spendiamo più soldi per acquistare il carburante e ne vendiamo di meno con costi estremamente più alti. A ciò dobbiamo aggiungere il calo degli erogati subito in questi due anni di pandemia. Per molti colleghi ci si avvicina al default, stando così le cose temiamo fortemente che tanti di noi prossimamente saranno costretti a chiudere e a portare i libri in Tribunale!».
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Conclude Walter Vicentini: «Di fronte a questa situazione che sconta l’assoluta incapacità dei governi che si sono succeduti nel tempo ad affrontare in termini di “sistema” la questione energia, confinando il tema alla residualità o utilizzandolo solo a fini “propagandistici” per riaffermare la transizione ecologica, ci vuole una presa di coscienza collettiva che riporti il tema della sicurezza energetica al primo posto nell’azione politica per evitare di ricadere, sempre e comunque, nell’incertezza. Per le famiglie, per l’industria e per il terziario. Le nostre Organizzazioni sindacali nazionali chiedono interventi urgenti al Governo dando applicazione a quanto previsto dalla L. 244/07, in tema di Accisa Mobilie (o anticiclica) che consente, da una parte, di sterilizzare gli aumenti dell’Iva (già oggi maggiori di 7,00 centesimi al litro. rispetto solo a due mesi fa) e, dall’altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici. In attesa che arrivino dal governo i segnali richiesti i gestori, nel tentativo di arginare l’aumento vertiginoso dei costi a margini invariati, a partire dalla giornata di lunedì 14 marzo terranno spenta l’illuminazione degli impianti in modalità self-service durante le ore notturne».