Attorno alle scogliere di Genova Nervi è stata rilevata un presenza di microplastiche che va da un minimo di 24.521 a un massimo di 78.734 microplastiche per km2.
La misurazione è stata effettuata nell’ambito del progetto Blu di Genova, finanziato da Fondazione Carige, che ha unito scienza, sport, educazione ambientale, scoperta del territorio, sostenibilità e volontariato in un innovativo modello di citizen science per la tutela del capitale naturale della zona costiera metropolitana.
Le microplastiche sono state misurate in due uscite in kayak organizzate in collaborazione con Outdoor Portofino grazie all’utilizzo di particolari “minimante” e “mante” per la quantificazione in acqua superficiale.
Oltre al kayak sono state organizzate attività di snorkeling orientate a monitorare la presenza di esemplari di due tipi di ricci di mare (Paracentrotus lividus e Arbacia lixula), ritenuti un importante indicatore di salubrità delle acque, mentre le attività di coasteering (tipo canyoning ma su una scogliera marina) erano volte a rilevare la presenza di macroalghe quali Cytoseira, Corallinales e Ulvales: i dati acquisiti hanno reso evidente l’elevato indice di qualità ecologica della zona, valutato pari a 0.86 sulla scala dell’indice Carlit che va da 0 a 1.
Questi risultati sono stati presentati oggi, a conclusione del progetto a cui ha partecipato anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche attraverso l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Cnr-Ias).
Il progetto ha permesso di svolgere un’ampia azione di coinvolgimento e sensibilizzazione della cittadinanza, nel tentativo di creare una rete di soggetti in grado di sviluppare un modello di fruizione sostenibile della zona costiera metropolitana per tutelare il capitale naturale e promuovere la (ri)scoperta consapevole del mare sotto casa. Attraverso l’organizzazione di diversi momenti di confronto e dibattito pubblico, i ricercatori hanno messo in luce l’importanza di condividere buone pratiche e una partecipazione attiva da parte di tutti gli attori coinvolti. Con particolare riferimento al mondo delle micro, piccole e medie imprese, è stato evidenziato il ruolo chiave per l’adozione di nuovi modelli di business orientati alla sostenibilità, basati su pratiche quali la riduzione dell’uso incontrollato di risorse idriche; l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili; la scelta di materie prime sostenibili provenienti da filiere controllate; la gestione sostenibile dei rifiuti; la promozione di ambienti di lavoro accessibili e sicuri.
Blu di Genova è stato avviato dal Comune di Genova nell’ambito del progetto “Genova blue district – blue New Deal tra volontariato ed innovazione”: il coordinamento è a cura della Guardia Costiera Ausiliaria Regione Liguria; i partner sono, oltre al Cnr-Ias, l’Università di Genova con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (Distav) e il Centro per lo Sviluppo della Sostenibilità dei Prodotti (Cesisp), Outdoor Portofino, e l’Associazione Ambientalista Marevivo.