Il rimpallo tra responsabilità del governo e delle Regioni sulla riorganizzazione della sanità durante l’emergenza Covid è stato il leit motiv di questi mesi. Openpolis, la Fondazione che compie analisi giornalistiche in base a dati da fonti differenti, ha realizzato un focus su come sta procedendo questa riorganizzazione, evidenziando, attraverso varie fonti, quanto uno dei grandi problemi sia soprattutto l’assenza di personale in uno dei settori chiave: anestesia e rianimazione.
Il confronto tra posti letto per terapia intensiva e numero di anestesisti in effetti è diminuito dello 0,9% in Liguria, in linea con la media nazionale. Erano 2,8 per posto letto prima del decreto Rilancio, 1,9 dopo l’entrata in vigore delle nuove misure.
La dotazione di materiale
Occorre procedere con ordine. La Liguria è una delle regioni in cui le risorse per il potenziamento dei posti sono gestite dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, su delega del commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri.
Il governo a maggio, con il decreto legge 34/2020, ha deciso quasi un raddoppio dei posti di terapia intensiva, con piani la cui predisposizione è rimessa alle regioni e all’approvazione del ministero della salute.
Un quadro di competenze molto articolato, che esclude ricostruzioni semplicistiche, sottolinea Openpolis.
In realtà le Regioni non avevano bisogno solo di terapie intensive in più.
Il primo riferimento è la piattaforma di analisi distribuzione aiuti della struttura commissariale (clicca qui per accedervi).
Da questa risulta che tra l’inizio della crisi in Liguria al 29 ottobre sono stati distribuiti 46.323.916 materiali (dodicesimo posto in Italia). Per quanto riguarda la scuola sono 12.864.540 i materiali distribuiti, 1.631.700 quelli nelle rsa e 549.900 per il trasporto pubblico locale.
Principalmente si tratta di mascherine e occhiali. Per le rsa e i trasporti solo mascherine, per la scuola (come avevamo già mostrato qui) mascherine e gel.
Il trend giornaliero dei materiali distribuiti ha vissuto un picco a maggio ed è cresciuto con l’inizio delle scuole, ma è ancora “schizofrenico” nell’andamento.
Al di là delle mascherine (che sono state distribuite con costanza ogni mese e in aumento a partire da settembre), dei tamponi e delle provette per tamponi, il resto del materiale fornito dalla struttura commissariale ha visto consegne concentrate soprattutto nella prima parte dell’emergenza, una pausa a luglio e agosto, per poi riprendere, solo in parte, a settembre e ottobre. Un certo tipo di materiale come i guanti e i sovrascarpe per esempio, non hanno avuto neanche quella costanza (la distribuzione dei sovrascarpe si è interrotta a maggio).
Sinora la Liguria ha ricevuto 86 ventilatori pomonari per terapia intensiva tra marzo e aprile e 45 per la terapia sub intensiva.
In Liguria il piano di Alisa (consultabile qui: Delibera riorganizzazione sistema sanitario) ha previsto un incremento delle terapie intensive da modulare in questo modo.
Come si vede l’incremento totale è di 175 tra intensiva e semi intensiva, con una grande quantità al San Martino (83, di cui 58 in sub-intensiva), seguito da 16 posti al Gaslini e alla Spezia (stupisce visto che l’ospedale Covid è Sarzana, che ne ha ottenuti “solo” dieci), da 13 a Sanremo, solo per citare i più numerosi.
Il fabbisogno complessivo per il potenziamento di questi posti letto è di circa 23 milioni. Le risorse complessive per l’ampliamento dell’emergenza-urgenza e dell’emergenza territoriale sono di 28.893.350. Secondo openpolis i fondi sono arrivati. Tutti.
Il problema è il personale
Tuttavia occorre fare un ulteriore ragionamento e openpolis evidenzia il fatto che i posti letto, per essere operativi, non hanno bisogno solo dei macchinari, ma anche di personale sanitario: l’incremento del numero di posti letto in terapia intensiva e quello degli anestesisti sono andati di pari passo? Difficile, perché secondo quanto si legge sempre nel piano di riorganizzazione, i medici specialisti in anestesia e rianimazione sono carenti a livello nazionale.
Openpolis cita l’ultimo report dell’Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (noi abbiamo preso quello datato 29 ottobre, l’aggiornamento è settimanale), un documento davvero prezioso per l’analisi più approfondita di alcuni indicatori. Il report per esempio indica come in Liguria solo il 28% dei casi totali arrivi da un test di screening, ridotti al 19% nell’ultima settimana presa in considerazione.
Il confronto tra posti letto per terapia intensiva e numero di anestesisti in effetti è diminuito dello 0,9% in Liguria, in linea con la media nazionale. Erano 2,8 per posto letto prima del decreto Rilancio, 1,9 dopo l’entrata in vigore delle nuove misure. Il rapporto ottimale paziente-anestesista sarebbe di 1 a 4, secondo i dati Siaarti (la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva).
Questo è probabilmente il problema più grande in caso di incremento dei pazienti da intubare.
Per quanto riguarda le soluzioni digitali di telemedicina, che potrebbero ovviare ai tanti problemi di questi mesi, solo adesso le Regioni stanno formalizzando le modalità di erogazione che erano state definite nelle linee guida nazionale recepite dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2014. Nel report però non c’è traccia della Liguria.
Analizzando i bandi per il personale medico, secondo il rapporto sono 57 quelli chiusi, 2 quelli aperti in Liguria. 71 le unità il personale medico già reclutate, 3 quelle in reclutamento: un incremento del 2%. I bandi con esplicito riferimento all’emergenza Covid invece hanno consentito di reclutare 26 persone nella specifica disciplina Anestesia e rianimazione, pari a un incremento del 6%.
Per quanto riguarda il tasso di saturazione delle terapie intensive per ora la Liguria non è vicina al numero critico del 30% con il 21,53%, ma occorre fare parecchia attenzione, visto che il 21 ottobre erano in terapia intensiva 31 pazienti, mentre il primo novembre erano già 63. Il report dà un’ulteriore informazione sul tasso di saturazione della capacità aggiuntiva di posti letto.
Intanto la Liguria, con 57,16 ricoveri ogni 100 mila abitanti, ha appena superato la soglia di 54,78, quella del 4 aprile 2020 (la soglia massima è stata in Lombardia al picco dell’epidemia di 131,91). Il trend dei ricoverati, a differenza di altre regioni, è ancora in crescita.