Una manifestazione simbolica dal porto al luogo in cui il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli incontrerà il comitato Salviamo Genova e la Liguria (o la prefettura o la Camera di Commercio).
Questo per ora il programma del 21 luglio, giornata in cui il ministro è presente nel capoluogo per inaugurare la ripresa dei lavori del nodo ferroviario genovese, ma che si è anche trasformata in un’occasione per avere qualche risposta dal Mit sulla situazione delle autostrade che ormai da settimane sta bloccando l’economia ligure.
Pur essendo venuta meno l’autorizzazione all’idea originaria di andare a Roma con una carovana di camion e autotreni, il comitato apolitico che racchiude 22 sigle del mondo economico ligure, non rinuncia a farsi sentire con ogni mezzo.
Il comitato ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla stessa De Micheli, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e ai componenti delle commissioni trasporti di Camera e Senato.
«L’obiettivo – spiega Giuseppe Tagnochetti il coordinatore ligure di Trasportounito – è ottenere dal ministro risposte immediate».
«Abbiamo cercato di capire come si può uscire da questa situazione, ma non abbiamo mai avuto risposte precise – aggiunge Massimo Giacchetta, presidente di Cna Liguria – siamo stati sempre coinvolti per questioni tecniche, ma nulla di più».
Il comitato chiede un provvedimento di risarcimento danni per difendere la continuità economica e occupazionale della Liguria, un provvedimento di legge della massima urgenza per disciplinare in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale le attività di ispezione, la definizione di un programma dei lavori sulla rete, articolato nel tempo, che garantisca la continuità di utilizzo delle infrastrutture, un provvedimento che riconosca la mancanza di continuità territoriale finalizzata all’ottenimento di aiuti di Stato.
Paolo Odone, presidente Ascom Confcommercio Genova aggiunge: «Qualcuno i danni li deve pagare, ora veniamo a sapere che il proprietario sarà un altro. Chiediamo al governo di salvaguardare in ogni caso le richieste della Liguria».
«Oggi diamo un segnale di unità che è straordinariamente importante – dice Tagnochetti – queste domande non vengono rivolte dalle singole associazioni alle istituzioni. In ogni caso credo che Società Autostrade alla fine dovrà rispondere alla magistratura».
Il comitato Salviamo Genova e la Liguria
Gli aderenti sono: Spediporto, Trasporto Unito Liguria, Assagenti, Assiterminal, Confcommercio Genova e Liguria, Confindustria Genova, Cna Genova, Savona e Liguria, Cna Fita, Confetra Liguria, Confartigianato Genova, Confesercenti Genova e Liguria, Assoturismo Liguria, Federalberghi Liguria e Genova, Convention Bureau Genova, Confindustria Nautica, Ance Genova, Aci – Alleanza delle cooperative italiane della Liguria, Unione industriali della provincia di Savona, Unione provinciale albergatori Savona, IsoMar, Associazione spedizionieri del porto della Spezia, Associazione Agenti Marittimi La Spezia, A.Spe.Do
Quantificare i danni complessivi è difficile. Gianfranco Castagnetti, albergatore e segretario generale di Convention Bureau, il gruppo di aziende legate al turismo congressuale genovese, dichiara: «Ho fatturato zero da sino a giugno, a luglio sono a un 25% rispetto al solito, ma a essere colpita è tutta la filiera legata non solo ai congressi, ma anche alle manifestazioni sportive o ai matrimoni. Genova aveva le caratteristiche migliori per recuperare nel post emergenza Covid, essendo sia città d’arte sia vicino al mare, ma non è raggiungibile».
«La situazione è critica per tutte le attività del terziario della Liguria già duramente colpite dal Covid – dice Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova – rischiamo danni permanenti per la perdita di quote di mercato nel settore turistico, dato che molti stanno scegliendo mete alternative e più facilmente raggiungibili. I dati, in questo senso, parlano chiaro: il riempimento medio degli hotel nei giorni feriali non va oltre il 30-35% dei posti letto, e anche durante i weekend non va oltre il 60% con un trend, peraltro, in fase calante, dato che negli ultimi fine settimana le prenotazioni per alberghi, bagni marini, ristoranti e servizi turistici sono diminuite del 15-20%, mentre molti di coloro che confermano le prenotazioni riducono, comunque, i giorni di permanenza».