Profonda delusione di Confitarma per l’inserimento nel disegno di legge di conversione del decreto Rilancio, approvato il 9 luglio dalla Camera dei deputati, della norma che renderà impossibile agli armatori svolgere le operazioni portuali in autoproduzione.
Cosa è l’autoproduzione
La possibilità di utilizzare i marittimi per fissare tir e container a bordo. La mansione è invece rivendicata dai lavoratori portuali.
«Fin dalla prima formulazione dell’emendamento – afferma Mario Mattioli, presidente Confitarma – abbiamo fatto presente, in tutte le sedi, che la modifica dell’articolo 16 della legge n. 84 del 1994 rappresenta un passo indietro di trent’anni per la portualità italiana».
Il diritto all’autoproduzione delle operazioni portuali da parte degli armatori è stato riconosciuto più volte sia dall’Antitrust nazionale sia dalla Corte di Giustizia europea (quest’ultima emanò una sentenza già nel 1991).
«Negare ai vettori marittimi questo diritto rappresenta una violazione del principio di libera concorrenza. Non solo – evidenzia Mattioli – nonostante l’emendamento e la proclamazione di uno sciopero nazionale marittimo-portuale, abbiamo manifestato, sia ai parlamentari sia alle organizzazioni sindacali, l’immediata disponibilità a un confronto su tale delicato tema per trovare soluzioni condivise, senza forzature politiche».
A nulla, riferisce Confitarma, sono valsi anche i pareri contrari del governo, della ragioneria generale dello Stato e del ministero delle Finanze che si fondano sulle stesse motivazioni di Confitarma e nei quali si ravvisa anche il rischio di una procedura di infrazione comunitaria con un conseguente danno erariale.
«Invece, la determinazione ad approvare una norma così controversa e divisiva è stata più forte di ogni razionalità – sottolinea Mattioli – durante questa emergenza sanitaria avremmo voluto vedere le Istituzioni dedicarsi con la stessa intensità e lo stesso coinvolgimento su altri temi che affliggono il trasporto marittimo come, ad esempio, la grande difficoltà nell’avvicendamento degli equipaggi italiani in tutto il mondo, anziché affossare l’autoproduzione».
Nessuna delle richieste del mondo marittimo è stata ancora accolta, riferisce Mattioli «ma non avremmo mai immaginato che addirittura ci sarebbe stato tolto un diritto ormai acquisito da anni».
Confitarma spera nel Senato «anche se è difficile pensare che ci siano i tempi per cambiare ancora tale disposizione. Di certo se la modifica all’articolo 16 della legge 84/1994 diverrà norma dello Stato, Confitarma continuerà la sua battaglia per dimostrare che si sta prendendo un grosso abbaglio».