I provvedimenti del governo in fatto di cassa integrazione per sostenere i lavoratori in questa emergenza Covid hanno prodotto incertezze sull’entità delle erogazioni e forti disagi per i ritardi. Molti lettori ci hanno scritto per sapere quanto in effetti potranno percepire o per denunciare ritardi.
Noi non disponiamo di una rubrica specializzata che possa rispondere ai quesiti dei singoli. Abbiamo cercato di fornire delucidazioni in materia con due articoli: Cassa integrazione: come calcolare l’importo che si riceverà e Cassa integrazione: cosa cambia per tredicesima, ferie, malattia, infortuni, tfr e altro. E invitiamo i lavoratori a rivolgersi a sindacati, patronati e caf per ulteriori precisazioni. Tuttavia abbiamo scelto una lettera che può servire come caso esemplare.
Sintetizziamo la domanda posta dal lettore, tentando di non alterarne il suo senso:
«Lavoro in albergo, prendo 1.400 euro di stipendio, sto in cassa in deroga dal 2 marzo e fino a oggi mi sono arrivati 692 euro per 2 mesi di cassa».
Scavando all’interno del quesito scopriamo quanti possano essere i dubbi, gli equivoci e le criticità nel momento in cui si entra in contatto diretto con la realtà della cassa integrazione.
Primo aspetto: alle parole “cassa integrazione” è generalmente associata una percentuale, 80%, che genera non pochi problemi.
In sostanza: chi è posto in cassa immagina, assai sovente, che il suo stipendio alla fine del mese sarà pari all’80% dell’abituale retribuzione.
Tanto che, come nel caso del lettore, l’aspettativa di chi percepisce 1.400 euro al mese possa poi essere quella di ricevere dall’Inps, alla fine del mese, un assegno di 1.120 euro, perché pari all’80% dei soliti 1.400 euro. Non è così: per calcolare, con buona approssimazione, l’importo della cassa integrazione che sarà pagata rimandiamo a questo articolo .
Tornando al testo del quesito, «sto in cassa integrazione in deroga dal 2 marzo»: al riguardo è necessario segnalare che la procedura della cassa in deroga è quella che ha creato i ritardi più gravi per la sua erogazione.
Si può purtroppo presumere che anche il lettore sia una vittima dei ritardi.
È inoltre verosimile ipotizzare che l’assegno di 692 euro, già riscosso dal lettore, si riferisca solo al mese di marzo, che l’importo della cassa sia stato determinato in modo corretto e che il mese di aprile non gli sia stato ancora pagato.
Per ultimo e per completezza: i ritardi possono essere causati, in genere, dalle difficoltà operative incontrate dalla pubblica amministrazione o in conseguenza dell’incompleta o errata compilazione della domanda da parte del soggetto che l’ha presentata all’ente di competenza.