L’agricoltura ligure ha perso 156 imprese nel primo trimestre dell’anno (dati Infocamere). 123 aperture e 279 chiusure di attività, su un totale di 8.868 realtà attive in regione, di cui oltre la metà operative nel Ponente: 3.620 nell’imperiese e 2.657 in provincia di Savona.
Alle difficoltà di un settore già in crisi, si aggiungono in questi mesi gli effetti dell’emergenza coronavirus, che hanno pesato soprattutto sul comparto florovivaistico. Un comparto penalizzato dalla generalizzata chiusura delle filiere professionali collegate alla ristorazione, all’alberghiero, allo svago e al turismo (che in primavera assorbono generalmente una buona parte della produzione) e dalle misure di restrizione sugli accessi ai punti vendita al dettaglio.
Secondo i dati diffusi dal consigliere regionale di Liguria Popolare Andrea Costa, il settore florovivaistico nella sola provincia di Savona conta circa 4 mila addetti tra operatori del comparto e dell’indotto, rappresentando oltre il 70% della Plv agricola e che vale circa 200 milioni di euro. «Milioni di piante pronte per essere vendute come ogni primavera giacciono invendute nei campi, nelle serre, nei garden e nei vivai con perdite e costi di gestione enormi – afferma il consigliere – Non solo, anche migliaia di dipendenti a tempo indeterminato e stagionali dell’intera filiera vedono profilarsi il rischio della perdita del posto di lavoro. Basti pensare che il periodo che va da marzo a maggio permette alle aziende di realizzare oltre il 70% del fatturato annuo».
Danni denunciati recentemente anche dalla Lega e dalle associazioni di categoria, quali Coldiretti e Cia. Proprio il presidente di Cia Liguria, Aldo Alberto, in una lettere indirizzata al presidente della Regione Giovanni Toti aveva chiesto l’attivazione di un Fondo specifico per le imprese del settore.
L’ultima ordinanza regionale sulla Fase 2, emessa ieri dal presidente Toti, apre alla vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso nei negozi specializzati e consente l’attività a fiorerie ed esercizi di prodotti florovivaistici. Secondo Costa è però necessario, da parte del governo, adottare «provvedimenti economici di portata straordinaria per aiutare un comparto che sta patendo perdite per centinaia di milioni di euro di danni».
Un sostegno economico è in arrivo con i nuovi finanziamenti per il settore agricolo della Liguria dal Programma di sostegno rurale per oltre 2 milioni di euro: aprono le sottomisure 1.02 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione”, finanziata con 796 mila euro, la misura 10.1 “Pagamenti agro-climatico-ambientali”, (800 mila euro) e la misura 11 “Agricoltura biologica”, finanziata con 500 mila euro.
Si tratta di finanziamenti riservati ai prestatori di servizio riconosciuti, le domande dovranno essere inviate entro il 15 giugno 2020 attraverso la piattaforma Sian.
«Puntiamo a incoraggiare la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole − precisa l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai − promuovere un’agricoltura e una silvicoltura sostenibile, la salvaguardia dell’ambiente. Puntiamo anche a favorire l’ingresso di agricoltori e la diversificazione delle attività, promuovere i regimi di qualità e le filiere corte, sostenere la prevenzione e la gestione dei rischi aziendali, migliorare la gestione delle risorse idriche e dei fertilizzanti, incentivare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali e residui di scarto».
Le misura 10.1 e 11, finanziate rispettivamente con 800 e 500 mila euro, sono impegni quinquennali: «Significa che l’impresa che ottiene il contributo deve rispettare gli impegni per cinque anni − precisa Mai − Si tratta di misure che riguardano la mitigazione degli impatti ambientali e le produzioni biologiche».
Il comparto ligure che comprende agricoltura e allevamento (8.868 aziende), silvicoltura e utilizzo aree forestali (427), pesca e acquacoltura (333) conta 9.648 imprese totali. Il calo complessivo nel primo trimestre è stato dell’1,7%.