Cinque mesi di lavoro, da maggio a settembre, per far rinascere il sagrato ottocentesco della chiesa vecchia di San Gottardo, in Valbisagno, a Genova. Un impegno economico di cinquantamila euro, finanziamenti misti pubblico-privati, per dare nuova vita al “risseu”, un mosaico di ciottoli bianchi e nero/verdi, raccolti nel greto del Bisagno e sulla spiaggia di Vesima dalle maestranze, utilizzando tecnica e materiali degli artigiani che lo posarono in origine, due secoli fa. L’opera è ora ultimata e sarà l’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, a tagliare il nastro nel corso di una cerimonia organizzata domenica 26 gennaio, a partire dalle 15,30, dinnanzi alla facciata dell’antico edificio sacro.
Il sagrato a mosaico sarà oggetto di una benedizione solenne. Quindi, nei locali della parrocchia retta da don Giuseppe Torre, le stesse maestranze del Laboratorio San Luca, coordinate dal posatore Luca Riggio, entreranno nei dettagli dell’imponente lavoro recentemente portato a termine. Fotografie e filmati accompagneranno la loro esposizione. Presente anche lo studioso e conoscitore della storia e della “lingua” genovesi Franco Bampi.
«La piazzetta – commenta don Torre – costituisce un bene storico per la parrocchia e per tutto il quartiere. Per questo i parrocchiani e il consiglio Affari economici hanno deciso di mettere mano al restauro, affidandolo al laboratorio San Luca».
La raccolta dei finanziamenti necessari ha unito diverse realtà della città. In primo luogo gli stessi parrocchiani che non hanno esitato a raccogliere l’invito del parroco; poi la Curia, il Municipio IV Media Valbisagno presieduto da Roberto D’Avolio e Asef srl, l’azienda di onoranze funebri del Comune di Genova.
L’amministratore unico dell’azienda partecipata, Franco Rossetti, spiega: «Asef ha attivato un fondo che abbiamo battezzato significativamente “Asef. per Genova”. Attraverso questo fondo, siamo in grado di intervenire in iniziative che abbiano un evidente rilievo nel tessuto sociale genovese. Dopo avere valutato la proposta di intervenire per il ripristino del sagrato di San Gottardo, ci siamo convinti a dare il nostro contributo».
La sinergia tra le diverse realtà cittadine è stata attivata da D’Avolio. «Anche il Municipio ha contribuito nella realizzazione di un’opera importante per tutto il quartiere, sotto molti punti di vista – sottolinea D’Avolio – e abbiamo immediatamente aderito alla richiesta della parrocchia, un luogo centrale e molto importante nella vita della Valbisagno».
Nell’arco dei secoli, dell’originale “risseu” era rimasto ben poco. I restauratori – con la supervisione della Sovrintendenza ai Beni archeologici, belle arti e paesaggio di Genova – hanno effettuato una ricostruzione delle esatte geometrie del sagrato attraverso la raccolta di disegni e fotografie storiche. Quindi, dopo essersi procurate le tipiche pietre levigate bianche (quarzo o calcite) nel greto del Bisagno e nero/verdi (serpentinite) sulla spiaggia di Vesima, hanno proceduto alla posa sulla base di malta colata ad hoc. Il risultato finale assume dunque un valore non solo architettonico/urbanistico, ma anche storico, nella riscoperta della preziosa e unica tecnica pavimentale tipicamente genovese.