È un’infrastruttura unica in Italia per quanto riguarda le tecnologie ed è proprio questo uno dei punti di forza insieme alla posizione. Vado Gateway, inaugurato oggi con tanto di inno di Mameli e bandiera italiana al vento sollevata da una delle gru di Zpmc, arricchisce l’offerta portuale ligure al servizio di una discreta fetta d’Europa, oltre che del Nord Italia.
A distanza di 25 anni dall’ultima inaugurazione di un Terminal in Italia (Gioia Tauro), è arrivato alla conclusione (anche se mancano ancora alcuni lavori per consentire l’operatività a tutti i 700 metri di banchina) il lunghissimo percorso della costruzione della piattaforma portuale dedicata ai container.
Si tratta del primo caso italiano di un progetto portuale realizzato in project financing: un investimento complessivo di circa 450 milioni di euro, di cui 180 milioni da parte di Apm Terminals (ripartiti proporzionalmente a seconda della quota di partecipazione dei soci), 43 in project financing, che frutteranno ad Apm una concessione cinquantennale, firmata proprio oggi dall’Adsp del Mar Ligure Occidentale.
La compagine societaria
La Holding a capo di Apm Terminals Vado Ligure spa, la società italiana che gestisce Vado Gateway, è composta da Apm Terminals col 50,1%, insieme ai cinesi Cosco Shipping Ports col 40% e Qingdao Port International, con il 9,9%.
Apm Terminals è una multinazionale con sede centrale all’Aia, in Olanda, attiva nella gestione di terminal container. Fondata nel 2001 come divisione separata e indipendente dal gruppo danese Ap Moller-Maersk, marchio globale leader nei trasporti e nella logistica, Apm Terminals è oggi tra le principali società terminalistiche al mondo, con una rete di 74 terminals operativi, distribuiti in 58 Paesi, al servizio di oltre 60 compagnie di navigazione Oltre a Vado Gateway, la società ha altri nuovi progetti di terminal in fase di sviluppo nel mondo, dove attualmente conta circa 22 mila dipendenti.
L’Autorità Portuale in questi anni ci ha messo 310 milioni, di cui 254 per la struttura del Terminal, il resto per accessibilità e gate. 258 milioni è la cifra annunciata di investimenti in corso e pianificati: miglioramento dei frangiflutti (180 milioni), accessibilità 29 milioni, accessibilità ferrovia 18 milioni, rotezione ambientale 21,5 milioni, “altro” 9,5 milioni. Nonostante l’allungamento dei tempi, il contributo pubblico all’opera si è ridotto rispetto ai 300 milioni previsti inizialmente (solo per il Terminal).
Paolo Cornetto, a.d della Società Apm Terminals Vado Ligure, si attende cinque linee che scaleranno Vado nel 2020, due sono già state svelate.
Radiosa Monica Giuliano, sindaco di Vado Ligure, che ha ricordato tutte le battaglie per arrivare a questo punto, ringraziando chi l’ha preceduta e tutti coloro che hanno lavorato per rispettare la data del 12 dicembre 2019: «Oggi si apre una grande porta – dice – una nuova fase di sviluppo per nuove realtà produttive. A beneficiare dell’effetto del Terminal non sarà solo il settore prettamente portuale, ma anche tutto l’indotto. Questa piattaforma è l’unica strada per rilancio produttivo; servirà a traghettare la provincia fuori dall’area di crisi. Il piano industriale ci ha parlato di un numero tra 300 e 400 persone assunte nel corso di anni, ma si sta sviluppando tutta una serie di realtà collegate al Terminal».
Una di esse è proprio la sede italiana di Zpmc: «Con l’apertura del terminal – spiega il responsabile di Zpmc Italia Elio Crovetto – allarghiamo la nostra competenza non solo come fornitori di impianti, ma anche di servizi». La sede vadese di Zpmc è stata aperta nel 2017 con due dipendenti, oggi sono 43. «Non lavoriamo solo qui – aggiunge Crovetto – ci occupiamo di assistenza tecnica continuativa 24 ore su 24, la partita comincia ora. Abbiamo un piano di incremento del personale sino a 65 unità tra qualche anno, l’obiettivo è di avere numeri per allargare questo tipo di servizio all’intero bacino del Mediterraneo». Zpmc è alla ricerca di figure con competenze tecniche manutentive, che abbiano fatto studi di meccanica, elettronica, elettrotecnica, meglio se esperti anche di impianti di movimentazione pesante.
Le tappe
2005 – Il terminal è previsto nel piano regolatore portuale di Vado Ligure. Pubblicazione del bando europeo di interesse;
2007 – Pubblicazione bando europeo di project financing;
2008 – Costituzione della società Apm Terminals Vado Ligure Spa. Aggiudicazione del bando di costruzione e gestione e firma della convenzione;
2009 – Approvazione della valutazione di impatto ambientale;
2011 – Approvazione progetto definitivo. Firma “Patto di Legalità” con la prefettura di Savona e l’Autorità Portuale;
2012 – (luglio) Inizio lavori civili;
2015 – Avvio studio di variante progettuale. Ingresso Apm Terminals, che acquisisce Reefer Terminal spa;
2016 – (novembre) ingresso dei soci cinesi Cosco Shipping Ports e Quingdao Ports International in Apm Terminals Vado Ligure Spa;
2017 – Approvazione del progetto di variante da parte della Conferenza dei servizi.
Proprio l’occupazione avrà un impatto significativo sul territorio: tra poco più di un mese, finiti gli ultimi corsi, i dipendenti saranno circa 390 fra Vado Gateway (240) e Reefer Terminal (150).
A fine 2020, quando il completamento del Terminal sarà pienamente realizzato, gli occupati di Vado Gateway saliranno a circa 300. Un numero elevato di lavoratori che operano a Vado Gateway è stato assunto grazie a programmi di formazione e riqualificazione specifici per disoccupati, in collaborazione con la Regione Liguria. Sono state 70 le persone formate grazie alla partecipazione di Apm Terminals al bando legato ai corsi per la Blue Economy.
«Con Vado Gateway ora sono tre i terminal full container che possiamo offrire nel nostro sistema portuale», afferma Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Adsp del Mar Ligure Occidentale. I vantaggi rispetto ai competitor partono proprio dal fatto che sia il Terminal più avanzato nel Mediterraneo Occidentale. «Serviremo di più e meglio il Nord Italia e speriamo di intercettare anche qualche quota di mercato che va in Nord Europa, con un terminal come questo si può provare a farlo».
Apm non ha scelto Vado Ligure a caso, Morten H. Engelstoft, amministratore delegato di Apm Terminals, spiega: «Vado è in una posizione strategica per raggiungere il Centro Europa e il Nord della Francia. Un simile business non è possibile in nessun’altra location». Il mercato di riferimento è il Nord Italia, la Svizzera, la Germania e la Francia Nord-Orientale. Non è neanche un caso che a investire in quest’opera siano stati anche i cinesi: Vado si inquadra come uno dei terminali marittimi della Belt and road initiative, in Italia rinominata la “Nuova via della seta”, il più grande investimento infrastrutturale al mondo effettuato proprio dalla Cina.
Con fondali a filo banchina di 17.25 metri e un’altezza di 4.5 metri sopra il livello del mare, Vado Gateway potrà accogliere e operare senza limitazioni anche le navi di ultima generazione (Ulcs-Ultra large container ships).
Il piazzale per il deposito e la movimentazione dei container è il primo in Italia a essere completamente automatizzato: le gru di piazzale Armg (Automated rail mounted gantry cranes) opereranno in modo autonomo e saranno supervisionate “in remoto” da operatori altamente specializzati. Questo consentirà di garantire i più elevati standard di sicurezza nel settore, dal momento che nessuna persona potrà essere fisicamente presente in quest’area specifica durante la movimentazione. L’accesso al piazzale sarà possibile soltanto per attività di manutenzione durante il fermo delle gru.
I container che sbarcheranno a Vado Gateway saranno immediatamente registrati da una videocamera dinamica installata sulle gru “di banchina” (Sts, ship-to-shore), mezzi con operatore a bordo che inviano le informazioni al sistema operativo del terminal (Tos – Terminal operating system). Il Tos, molto avanzato e completamente integrato con tutte le altre apparecchiature, consente di rintracciare in qualsiasi momento la posizione di ogni singolo container.
La movimentazione dei container dalla banchina alle aree di scambio interne, da qui al piazzale e quindi alle aree di scambio con il trasporto stradale (exchange grid) avverrà attraverso l’impiego delle gru “a cavaliere” (straddle carriers), mezzi ad alimentazione ibrida con operatore a bordo, che ricevono istruzioni direttamente dal Tos.
Vado Gateway disporrà di uno del sistemi di accesso per i camion tra i più tecnologici d’italia, L’arrivo al terminal avviene grazie alla presenza di 14 corsie reversibili ad alto contenuto di automazione, necessario per la gestione del flussi attraverso un sistema di “appuntamenti” denominato Truck appointment system. Gli autotrasportatori che arrivano al cancello di accesso avranno precedentemente prenotato il loro arrivo e ricevuto conferma attraverso un’interfaccia web collegata ai sistemi informatici. Una volta arrivati in porto, attraverseranno un lettore ottico in grado di riconoscere il trasportatore grazie alla targa del mezzo ed al numero del contenitore. In ogni caso, nel piano industriale, è specificato che il 40% dei container sarà trasportato via ferro.
Oggi l’inaugurazione, ma il Terminal sarà a regime solo a partire dall’anno prossimo, visto che l’utilizzo di tutti i 700 metri di banchina è annunciato per luglio 2020 (per ora sono solo 450 i metri operativi), mentre a febbraio cominceranno a fare scalo due navi Maersk, come specifica Paolo Cornetto, amministratore delegato di Apm Terminals Vado Ligure spa: «Raggiungeremo determinati numeri gradualmente, così come graduale sarà lo sviluppo dei volumi». A regime Vado Gateway movimenterà circa 900 mila Teu all’anno che, uniti ai 250 mila del Reefer Terminal (Apm Terminals Vado Ligure spa controlla anch’esso), consentirà al sistema portuale savonese di superare il milione.
Resta ancora aperta la questione infrastrutturale. Il senatore Salvatore Margiotta, sottosegretario al Mit, ha assicurato che le infrastrutture mancanti verranno completate (leggi qui).