I timori per la guerra commerciale Usa-Cina, che non lascia intravedere una soluzione imminente e anzi minaccia di inasprirsi con l’inserimento della Cina nella lista Usa dei Paesi da monitorare, e la minaccia di Pechino di penalizzare i produttori americani nella fornitura di terre rare, e la richiesta di chiarimenti all’Italia da parte dell’Ue hanno dominato la giornata, chiusa in ribasso in tutte le piazze europee.
L’Eurostoxx segna -1,63%, Eurostoxx 50 -1,59%, il Cac 40 di Parigi -1,81%, il Dax 30 di Francoforte -1,53%, il Ftse 100 -1,24%.
Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 21.895,78 punti (-1,25%) e Ftse Mib a 19.999,94 punti (-1,29%). Lo spread Btp Italia/Bund a dieci anni, partito a 292 punti base si è ridotto nel corso della seduta e ha chiuso a 282 pb dai 284 di ieri sera.
A Piazza Affari la contrazione dello spread ha permesso alle banche di chiudere, seppure in calo, riducendo i ribassi di inizio seduta. Unicredit (+2,22%) e Banco Bpm (+0,89%) addirittura segnano i maggiori rialzi del Mib, mentre lo scontro Usa-Cina ha penalizzato il lusso (Moncler -3,13%), gli industriali (Leonardo 2,4%) e i tecnologici come Stm (-0,26%). Sono andati male anche gli energetici, con Tenaris -1,52% ed Eni -2,08%, in scia al calo del petrolio.
Il Wti a luglio cede il 2,8% e il Brent il 2% a causa dei timori di rallentamento dell’economia globale e, di conseguenza, di un calo della domanda.
Sul Frontex l’euro si indebolisce ulteriormente a 1,1142 dollari (1,1156 in avvio e 1,1173 ieri) e vale 121,84 yen (121,87 in apertura e 122,36 ieri), mentre il cambio dollaro/yen è pari a 109,353.