«La vicenda Piaggio è entrata in una fase delicata e decisiva. In ballo c’è ancora la famosa commessa da 766 milioni per lo sviluppo del drone P2HH, assieme a Leonardo, e l’acquisto da parte del ministero della Difesa di 10 velivoli e 10 stazioni di controllo. Il provvedimento, voluto dall’allora ministro Roberta Pinotti attraverso l’utilizzo della legge 140, inspiegabilmente non è ancora passato al vaglio delle commissioni nonostante il ministro della difesa Trenta abbia più volte sostenuto di voler portare avanti il progetto, rimodulando l’utilizzo del drone anche per scopi civili. La commessa è vitale per il destino di Piaggio che riceverebbe questi finanziamenti nell’arco di 15 anni». Lo afferma Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova, spiegando che «le organizzazioni sindacali avevano condiviso un piano di ristrutturazione industriale molto complesso nel 2014 che portò alla chiusura dello stabilimento di Genova e l’introduzione del programma militare del drone in Piaggio».
«La commessa − aggiunge Apa − è frutto di un accordo tra il fondo arabo di Mubadala che controlla Piaggio e il governo italiano. Se questa venisse meno l’intenzione degli arabi è di mettere in liquidazione rapidamente la società. Noi non sappiamo perché le commissioni continuino a bloccare il progetto visto che tra l’altro devono dare un parere che non è nemmeno vincolante. Sappiamo però che quei soldi fanno gola soprattutto per chi fa il tifo per il progetto concorrente dell’EuroMale in cui è coinvolta la stessa Leonardo. Siccome la palla è passata al Mise, vogliamo suggerire al ministro Di Maio quali sono le soluzioni per questa vicenda: o si sbloccano i 766 milioni di finanziamento mantenendo il patto con gli arabi, o Leonardo rileva le quote di maggioranza della Piaggio. Noi non pensiamo che si possano fare consorzi o altri giochetti ma soprattutto riteniamo inimmaginabile che questo governo si renda responsabile della chiusura di un’azienda di 1200 dipendenti, con l’aggravante di colpire nuovamente il territorio ligure. La Piaggio ha una tecnologia strategica per il Paese e può dare uno strumento importante al ministero della Difesa da giocare sullo scacchiere geopolitico europeo. Non è possibile vedere depauperato un patrimonio del genere e colpire nuovamente una città come Genova già in difficoltà per le note vicende. Noi di sicuro non lo permetteremo. Per questo abbiamo chiesto subito un incontro col presidente della Regione Toti che ha avuto un colloquio con Di Maio per avere rassicurazioni sulle intenzioni del ministro. Inutile aggiungere che se le intenzioni del governo fossero di cancellare il finanziamento magari per coprire il reddito di cittadinanza, noi porteremo davanti al ministero 1.200 persone per fare cambiare idea al ministro, che speriamo non cada in questo tragico errore. Sappiamo che sta studiando le carte, l’auspicio è che il ministro agisca rapidamente perché oltre al blocco della parte velivoli si potrebbe arrestare anche la parte motoristica e quella del customer service. Per questo ci auguriamo, così come ha fatto con altre vicende come l’Ilva o la Tagina si voglia fregiare anche di aver salvato la Piaggio. Dai lavoratori della Bakeart ha pure ricevuto in dono un quadro. Bene, se manterrà gli impegni presi dallo stato italiano faremo in modo di regalargli un drone in miniatura».