Lo scontro sui dazi tra Usa e Cina si inasprisce, dal 24 settembre l’amministrazione guidata da Donald Trump farà scattare dazi del 10% su importazioni cinesi per un valore di 200 miliardi di dollari, Pechino ha preannunciato contromisure e ha depositato un reclamo al Wto ma in Europa gli investitori non si sono fatti spaventare e i listini hanno chiuso in cauto rialzo. L’indice d’area Stoxx 600 segna +0,11%, Francoforte +0,51%, Parigi +0,28%, mentre Londra ha chiuso in sostanziale parità (-0,03%). Positiva la Borsa di Milano, con Ftse Italia All-Share a 23.518,18 punti (+0,54%) e Ftse Mib a 21.228,23 punti (+0,55%).
A Piazza Affari le pressioni insistenti M5S e Lega sul ministro dell’Economia Giovanni Tria non hanno impressionato gli investitori che evidentemente si fidano delle assicurazioni del ministro sulla tenuta del bilancio e lo spread tra Btp e Bund ha chiuso ancora in contrazione, a 230 punti base su Bloomberg dai 238 della chiusura di ieri. Il minor rendimento dei titoli di Stato ha agevolato le banche. Sul listino principale exploit di Prysmian (+5,26%), dopo che i conti del primo semestre hanno evidenziato fatturato ed ebitda superiori alle previsioni, di Telecom (+3,93%), dopo l’incontro tra i vertici della società e il presidente del consiglio Giuseppe Conte, Buzzi Unicem (+3,93%), con l’avvio del piano di acquisto di azioni proprie, e Ferrari (+3,94% nel giorno della presentazione del piano industriale al 2022.
Sul mercato dei cambi l’euro è sostanzialmente stabile a 1,1698 dollari, contro gli 1,1696 dollari dell’apertura e gli 1,1689 della chiusura di ieri e 131,454 yen, contro i 131,26 yen dell’apertura e i 130,9 della chiusura di ieri, mentre il rapporto dollaro/yen è a 112,366.
Sale il petrolio, in scia alle indiscrezioni relative a una Arabia Saudita favorevole a prezzi superiori a quota 80 dollari: il future a novembre sul Wti sale dell’1,3% a 69,5 dollari al barile, mentre la consegna a novembre sul Brent si attesta in rialzo dell’1,35% a 79,1 dollari.