«Il governo sta predisponendo un provvedimento d’urgenza, un decreto legge, per Genova e per le infrastrutture, in grado di soddisfare al meglio le esigenze di una comunità duramente colpita. Si tratta di tutelare in primo luogo le persone e le imprese danneggiate». Queste le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli alla Camera, nelle comunicazioni sul crollo del Ponte Morandi a Genova.
«Il governo – dice Toninelli – metterà in campo forme di aiuto in ordine alle rate dei mutui che molte famiglie sono costrette a pagare su immobili che non possono più abitare. Inoltre, aiuterà le imprese, ricadenti nell’area del crollo del ponte, a riprendere i cicli produttivi, prevedendo forme di agevolazione fiscale o incentivi alla temporanea delocalizzazione. Attenzione sarà rivolta anche alle imprese dell’indotto, seppur ubicate esternamente all’area danneggiata, che stanno subendo danni economici».
Toninelli ha anche affermato che «tutte le persone sfollate riceveranno una sistemazione entro 3 mesi, il totale del numero dei nuclei sfollati è oggi di 255 famiglie, per un totale di 566 persone, gli alloggi pubblici messi a disposizione dei nuclei famigliari sono a oggi 170, di cui 88 alloggi sono stati già assegnati o opzionati», confermando i numeri diffusi oggi dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nel corso del consiglio congiunto Regione-Comune di Genova.
Toninelli ha poi spiegato che «nell’immediatezza dei fatti il governo ha provveduto ad avviare la contestazione dell’evidente inadempimento del concessionario che aveva per legge e per contratto quale primo obbligo quello di garantire la sicurezza e l’incolumità degli automobilisti. La risposta della Società è giunta ieri al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e gli uffici stanno predisponendo puntuale riscontro» e che «le responsabilità penali dovranno essere accertate dalla Magistratura alla quale va la nostra piena fiducia e il nostro pieno sostegno. In merito alle responsabilità politiche il nostro compito non sarà solo quello di denunciarle ma anzitutto quello di porvi rimedio, come abbiamo fatto dal primo momento».
E circa la ricostruzione del ponte, il ministro ha sottolineato che «non sarà Autostrade per l’Italia a ricostruire il ponte Morandi a Genova, il governo è compatto. La ricostruzione sarà affidata a un soggetto pubblico, ma a pagare i costi sarà la società concessionaria Aspi».
Il consiglio congiunto regionale e comunale (a cui hanno partecipato anche i consiglieri della Città Metropolitana), svoltosi in mattinata a Genova, aveva approvato l’ordine del giorno all’unanimità con la richiesta di una legge speciale per Genova che snellisca le procedure per l’affidamento dei lavori di progettazione e di esecuzione delle opere per ricostruire ponte Morandi, verificando se ci sono le condizioni per prevedere, per il periodo dell’emergenza, la sospensione del pagamento di mutui, tributi, contributi e premi.
La discussione alla Camera però si è anche accesa su una dichiarazione del ministro di aver ricevuto pressioni in merito all’impegno sul ponte Morandi, con i deputati dell’opposizione che chiedono di denunciare queste pressioni alla procura.