Una delle peggiori campagne elettorali di sempre quella appena conclusa, una campagna elettorale in cui la demagogia ha contagiato tutti, non solo M5S con il suo reddito di cittadinanza, e viene da lontano. È il giudizio dell’Istituto Bruno Leoni, think tank nato nel 2003 per promuovere le “idee per il libero mercato”.
«Il Movimento Cinque Stelle – si legge in un editoriale dell’IBL – ha ottenuto più del 50% dei suffragi in alcune regioni del Paese. Si è già notato che ciò è stato reso possibile da promesse elettorali, la più rilevante delle quali è un reddito di cittadinanza di almeno 780 euro mensili, difficilmente compatibili con la realtà delle finanze pubbliche. Ma l’amara verità è che la campagna elettorale degli altri non è stata molto migliore: né più parsimoniosa negli impegni, né più realistica nelle promesse, neppure più ragionevole nei toni».
Secondo IBL, «La demagogia non è stata l’esclusiva di una parte politica: ha contagiato tutti, con minime differenze di sfumature. Come si fa ad accusare di irresponsabilità fiscale le forze cosiddette “populiste”, quando a pochi giorni dal voto si promettono 400 mila nuovi assunti nella pubblica amministrazione? E come si può, seriamente, mettere in guardia gli elettori da avventuristiche ipotesi di deficit spending, quando per anni si è detto di “picchiare i pugni sul tavolo” contro la “stupida” regola del tre per cento»?
«La prova peggiore di queste elezioni, non nascondiamocelo – sottolinea l’Istituto – l’ha data la classe dirigente del nostro Paese: l’establishment, la borghesia per usare un’espressione desueta. La quale oggi è prontissima a stracciarsi le vesti per l’Armageddon del sistema democratico, ma che per anni ha contribuito a costruire quell’egemonia culturale consacrata da queste elezioni. I “populismi” di oggi non vengono dal nulla: le loro posizioni, le loro idee, sono presenti nel catalogo dei più blasonati editori del Paese, non sono mai state minoritarie sulle pagine dei grandi giornali, hanno da sempre cittadinanza nella discussione pubblica. I toni possono essere nuovi, gli argomenti non lo sono».