Punta a diventare un Irccs l’ospedale Galliera di Genova, un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico in ambito “Aging”, invecchiamento. Questa la principale novità contenuta nel piano strategico 2017-2019.
L’ok dovrà arrivare dal ministero della Salute, ma Regione e vertici dell’ente lavorano per ottenere il riconoscimento «a qualcosa che stiamo già facendo», dice il presidente Giuseppe Zampini.
Sull’altro fronte, quello della costruzione del nuovo ospedale (ma che è direttamente collegato all’obiettivo appena citato), la direzione è in attesa che la conferenza dei servizi chiuda l’iter, manca solo la data della seduta deliberante per l’approvazione del progetto preliminare, ma – come più volte hanno ribadito presidente e direttore generale – si tratta di un ospedale nuovo per arrivare al nuovo ospedale, un gioco di parole per far capire che «l’operazione immobiliare è solo funzionale alla realizzazione di un ospedale ad alta tecnologia e di riferimento per la comunità genovese, ma anche per la ricerca clinica a livello non solo nazionale», ha ribadito più volte Zampini.
I dati sulla ricerca sono tutti in crescita e li elenca il coordinatore scientifico Gian Andrea Rollandi: «Circa 180 lavori all’anno, il cui impact factor, ossia il dato che misura la quantità e la qualità della ricerca, quest’anno arriva a quota 500, con un incremento del 15% annuo, ma che raddoppia proprio quando il tema è l’aging». Per invecchiamento non si intende solo geriatria: «Pensiamo all’invecchiamento midollare nei giovani, all’invecchiamento precoce provocato da malattie genetiche, aspetti scientificamente molto interessanti». Le ricerche del Galliera vengono già usate da altri istituti.
«La speranza di vita è aumentata in questi anni, ma peggiora il quadro clinico delle persone – sottolinea il direttore generale Adriano Lagostena – per questo ci stiamo specializzando, per soddisfare i bisogni della popolazione, fornendo terapie qualificate e sostenibili».
Alcuni dei fiori all’occhiello
L’ospedale Galliera ha la gestione dell’Ibmdr (Italian bone marrow donor registry, Registro nazionale Italiano donatori di midollo osseo), diretto da Nicoletta Sacchi, un punto di riferimento mondiale.
Tra gli studi di questo periodo ce n’è anche uno sull’invecchiamento delle cellule dei potenziali donatori, per capire se il ricevente prenderà cellule buone o meno buone.
Grazie al rapporto instaurato con l’Istituto italiano di tecnologia, al Galliera (ma anche a Pietra Ligure), sta già lavorando un robot innovativo in campo della riabilitazione, che previene le cadute delle persone anziane.
Zampini, da profano del settore sanitario (è attualmente presidente di Ansaldo Energia), è il più impegnato nel cercare di far capire la complessità di un ospedale come il Galliera: «Ho accettato questo ruolo come sfida personale, perché mi piacciono le sfide complesse. E vorrei che si parlasse dell’ospedale come contenuto e non come contenitore. 1800 persone lavorano qui per creare conoscenza, ma noi dobbiamo cercare di comunicare maggiormente al nostro interno e anche verso l’esterno». Questo punto è uno degli altri obiettivi di questo piano strategico, che ogni anno viene aggiornato, ma che contiene una strategia ormai rodata all’interno della struttura. «Il piano – spiega Lagostena – emerge da una convention che coinvolge 60 gruppi di lavoro per 6 mesi».
Gli investimenti necessari per raggiungere l’obiettivo saranno circa 10 milioni.
«Questo è un documento realistico e calato nella realtà – afferma Walter Locatelli, commissario straordinario di Alisa, che dà spazio alle giuste ambizioni. Il Galliera ci fornisce sempre procedure all’avanguardia ed è un lavoro predittivo alla nuova convenzione».
«In sanità gli obiettivi a lungo termine si scontrano spesso con le richieste immediate della popolazione – dice l’assessore regionale alla Salute Sonia Viale – dobbiamo fare rete per avere una visione di sistema che mancava in precedenza». Non è un caso che Locatelli veda i direttori generali praticamente ogni settimana.
Per approfondire: Piano Strategico 2017 2019
