Dopo 7 trimestri consecutivi di crescita, la Liguria inverte la tendenza e cala di 4 mila unità (607 mila occupati rispetto ai 611 mila del secondo trimestre 2015). Sono i dati diffusi dall’Istat e resi noti da Cgil Liguria. L’occupazione maschile cresce di 9 mila unità (da 334 a 343 mila), quella femminile crolla di ben 12 mila (da 276 a 264 mila occupate). La nostra regione si muove in controtendenza rispetto al Nord-Ovest e al dato nazionale.
Per Federico Vesigna, segretario generale Cgil Liguria, «Non c’è più tempo da perdere: sapevamo che finito l’effetto metadone degli incentivi si sarebbe interrotto il trend di crescita delle assunzioni a tempo indeterminato, ma non potevamo immaginare una così violenta battuta d’arresto che ci ripiomba nel pieno della crisi. Da qualche tempo denunciamo la mancanza di scelte strategiche della Regione: altro che growth act, è tempo che il presidente Toti si occupi del futuro della nostra regione e lo faccia in fretta prima che sia troppo tardi».
La diminuzione dell’occupazione si verifica sia per i lavoratori dipendenti sia per quelli autonomi con un calo di 3 mila unità tra i primi e mille per i secondi. Cresce anche la disoccupazione rispetto al secondo trimestre 2015: più 9 mila disoccupati (da 63 a 72 mila) e anche qui le più colpite sono le donne (più 8 mila) rispetto agli uomini (più mille). Il tasso di disoccupazione cresce pertanto dal 9,4 per cento al 10,6 per cento, il livello più elevato dal 2004.
Una rapida analisi sui settori produttivi individua nell’industria il comparto che cresce maggiormente, mentre calano servizi e agricoltura. Nei servizi scendono gli occupati (478 mila occupati, ossia il 78,7 per cento del totale, in diminuzione di 4 mila unità), nonostante il turismo ne guadagni 12 mila e si porti a quota 150 mila occupati del settore.
L’industria con 119 mila occupati, è in aumento di 4 mila unità (ma solo grazie al dato delle costruzioni ed in particolare dei dipendenti maschi). Fanalino di coda agricoltura, silvicoltura e pesca con 10 mila occupati, in diminuzione di ulteriori 3 mila unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.