Il “no” forte e chiaro dei balneari alla direttiva Bolkestein arriva da Sanremo, dove i 3 mila concessionari liguri hanno incassato il sostegno della Regione, pronta a legiferare anche al di fuori delle proprie competenze pur di combattere la “svendita” del patrimonio balneare. Era stracolma la sala degli specchi di Palazzo Bellevue, sede scelta da Cna Balneatori per riunire gli stati generali liguri della categoria. A rappresentarli c’erano il presidente nazionale Corrado Tomei, il coordinatore regionale Alessandro Riccomini, la segretaria provinciale Sonia Carolì. Per parte politica sono intervenuti l’assessore regionale al Demanio Marco Scajola, il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri (42 concessioni balneari cittadine) e l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, che ha voluto testimoniare il suo impegno in una battaglia che si gioca anche in Europa.
A spiegare la posizione della categoria pensa Corrado Tomei, presidente nazionale di Cna Balneatori: «Il rischio per i balneari è elevatissimo. Ad ora esiste una proroga fino al 2020, risultato minimo sindacale che è peraltro insidiato dalle sentenze di due Tar regionali italiani presso la Corte di giustizia europea. Il giudizio è atteso per aprile o maggio. Noi non molliamo e chiediamo al governo di approvare una legge che preveda almeno una proroga di trent’anni, il tempo necessario per ammortizzare gli investimenti e farli ripartire. Il turismo balneare è un’eccellenza in Italia che dà lavoro, crea Pil, ha rilevanza sociale. Perché dobbiamo liquidarlo alle imprese straniere?
È invece Scajola a scuotere il governo italiano: sua l’iniziativa di convocare per domani a Roma il tavolo interregionale del Demanio: «Insieme agli altri assessori regionali cercheremo di creare un fronte unito laddove il governo è latitante – dice Scajola – se non ci riusciremo, siamo pronti a legiferare pur sapendo che i nostri atti saranno impugnati per incostituzionalità, dato che non rientrano nelle nostre competenze».
L’europarlamentare Lara Comi auspica che il governo si muova: «Il futuro dei nostri balneari è una priorità di cui mi sto occupando ormai dal 2009. Aspettiamo l’evolversi dei ricorsi e il giudizio della Corte, ma ritengo utile che il governo faccia una proposta per individuare una sorta di paracadute nel caso la Corte dia un giudizio negativo». Si chiede a gran voce la proroga di trent’anni, ma l’obiettivo è l’esclusione dalle aste per le imprese esistenti, sottoponendo invece a regime di evidenza pubblica le sole nuove concessioni.
Secondo Cna Balneatori sono 3 mila le imprese balneari liguri, «3 mila famiglie che vivono di questo settore». Il numero non è certo trascurabile, se paragonato a una lunghezza complessiva delle coste calcolata in 345 chilometri. «Le leggi non le hanno fatte e non le fanno i balneari – dice a Liguria Business Journal il presidente nazionale di Cna Corrado Tomei – stiamo parlando di investimenti e di un eventuale riadeguamento di cui si può assolutamente discutere. Ma i balneari vogliono avere certezza di poter fare bene il loro lavoro come lo sanno fare da generazioni, anche per essere al passo coi tempi per quanto riguarda la compatibilità ambientale, la sostenibilità, le esigenze correlate a nuove tipologie turistiche».