In Liguria i tassi turistici, ossia gli indicatori territoriali per le politiche di sviluppo, non sorridono. Nonostante l’ottimismo degli ultimi anni, i dati Istat pubblicati ieri riportano, almeno sino al 2013 (ultimi dati disponibili), un calo della “turisticità”, ovvero delle notti trascorse nelle strutture ricettive.
Per quanto riguarda i mesi non estivi, le presenze (di italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi (giornate per abitante) vedevano la Liguria a quota 4 giornate nel 1998 e 4,1 nel 1999. Sino al 2002 il dato ha oscillato comunque sempre intorno a quota 4, poi il calo è stato crescente e si è arrivati a 3,1 giornate nel 2013.
Altre regioni come la Lombardia sono meno attrattive per i turisti rispetto alla Liguria, fermandosi a quota 1,9 nel 2013 (ma in crescita rispetto all’1,3 del 1998), mentre il Lazio è passato da 2,4 del 1998 al 3,1 del 2013. Il Piemonte è cresciuto da una giornata nel 1998 a 1,5 nel 2013.
Il tasso di turisticità complessivo, ossia le giornate di presenza di italiani e stranieri nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante, è diminuito dal 9,6 del 1995 all’8,3 del 2013, con un picco nel 1999 (10 giornate di presenza).
Anche in questo caso il dato è in controtendenza rispetto al resto d’Italia, che, salvo qualche eccezione, è in aumento quasi costante (la media nazionale è passata da 5 a 6,3 giornate).
Il tasso di turisticità nelle strutture ricettive all’interno di parchi nazionali e regionali è tornato ai livelli del 2013 con 9,9 giornate di presenza dopo un picco di 11,1 nel 2010.
Il rapporto è collegato al numero di abitanti liguri: la popolazione residente è cresciuta sino al 2005 (arrivando a 1.610.000) per poi scendere sino ai 1.567.339 del 2011 e risalire a 1.591.939 del 2013. Nel 1999, anno particolarmente “fortunato” per il turismo, era di 1.632.000.