Ebitda al 2020 pari a 860 milioni di euro con un tasso di crescita annuale di oltre il 5%, utile netto raddoppiato, investimenti per 1,8 miliardi, debito ridotto di circa 300 milioni e sotto ai 2 miliardi. Risultati che permetteranno di raggiungere un valore aggiunto pari circa 1,5 miliardi all’anno: 300 milioni a favore dei dipendenti, 1.100 milioni a favore dei fornitori di materiali e servizi e circa 100 milioni dedicati agli azionisti. Questi i principali obiettivi, in termini numerici, del nuovo piano industriale di Iren, approvato ieri sera in consiglio di amministrazione.
Un piano che punta a una maggiore efficacia dell’azione del gruppo sui territori, a partire da un incremento dell’efficienza interna: punto di partenza sarà proprio la “performance improvement”, che fa dell’ottimizzazione la chiave principale per l’ottenimento di rilevanti sinergie di costo. A ciò si affianca anche un piano di ricambio generazionale, lanciato a fine 2014, che vedrà l’assunzione mirata di 600 giovani.
«Il nuovo piano industriale costituisce un punto di svolta nella vita di Iren, ponendo l’accento sul concetto di cambiamento come asse strategico principale – commenta il presidente Francesco Profumo – Cambia il ruolo assegnato al cliente, che da soggetto passivo si trasforma in soggetto attivo, capace di influire sul design e le caratteristiche del servizio fornito grazie a strumenti tecnologici innovativi e soprattutto partecipativi. Cambia anche il ruolo degli investimenti di sviluppo, che diventano modulabili, integrabili e focalizzati sul rafforzamento delle filiere industriali presidiate. Cambia il ruolo dell’innovazione tecnologica, non limitato a singoli progetti, ma in grado di diventare perno di qualsiasi scelta strategica».
Proprio l’innovazione sarà una delle basi del piano industriale, supportata da una serie di investimenti che frutteranno circa 75 milioni di euro di sinergie, l’80% delle quali già alla fine del 2018, creando le condizioni necessarie per l’avvio delle iniziative di sviluppo previste.
Per ciò che riguarda l’area generazione e teleriscaldamento, il driver di crescita principale è legato proprio all’espansione della rete di teleriscaldamento (e di un sistema di accumulatori di calore) che raggiungerà circa 100 milioni di metri cubi di volumetrie teleriscaldate, con una crescita di 20 milioni di metri cubi in termini assoluti e del 25% in termini percentuali. Nel settore idroelettrico il Gruppo mira a mantenere le concessioni di cui è attualmente titolare e di ottimizzare il proprio parco impianti. Infine il settore cogenerativo-termoelettrico beneficerà del miglioramento dello scenario energetico atteso nei prossimi anni (e assunto a base del piano in maniera prudente) unitamente all’apertura del mercato della capacità (capacity market) previsto a partire dal 2017.
Il piano industriale prevede anche una più profonda integrazione tra i diversi tipi di business a rete. In termini di reti elettriche, è prevista una sostanziale continuità di gestione del perimetro e l’avvio di diversi progetti di rinnovamento e potenziamento. In relazione alle gare relative alle reti gas l’obiettivo è quello di consolidare la gestione in tutti i bacini nei quali il Gruppo Iren è incumbent e possiede una quota di maggioranza e di valorizzare invece la presenza negli Arem presidiati con quote minoritarie. per ciò che riguarda invece le reti idriche, è stato avviato un progetto di sviluppo e razionalizzazione societaria (che porterà all’integrazione in Iren Acqua Gas del ramo d’azienda attinente alle reti liguri di Società Acque Potabili spa) dal quale sono attesi una maggiore efficienza e rilevanti sinergie gestionali.
Piano che guarda anche all’ambiente: previsti un incremento della raccolta differenziata e della capacità di termovalorizzazione nei territori di riferimento.