A Carignano, nel cuore di Genova risiede un’agenzia di respiro internazionale che realizza da circa 15 anni per i marchi dell’alta moda grandi impianti pubblicitari negli aeroporti italiani ed esteri. Si tratta di Publispazi, società di Oliviero Bertagni e Paolo Cortimiglia, con 6 dipendenti e un fatturato annuale di circa 4,5 milioni di euro.
Bertagni e Cortimiglia gettano le basi della loro attività nel settore pubblicitario, fondando, ancor prima, nel 1982 l’altra società collegata a Publispazi, Classis, agenzia di comunicazione che si occupava di ricerche di mercato e divenuta poi in Liguria il servizio clienti della Leo Burnett Italia, uno dei colossi della pubblicità mondiale. Nell’86 l’inaugurazione dell’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova diventa per Classis il trampolino di lancio nel mondo della pubblicità degli aeroporti. A Classis viene l’’idea di proporre una festa di inaugurazione totalmente sponsorizzata alla direzione aeroportuale di Genova che è alla ricerca di un ente che organizzi e finanzi l’evento.
«Insieme alla Leo Burnett, abbiamo investito in una campagna pubblicitaria, trovato degli sponsor e raccolto così due miliardi di lire per la festa di inaugurazione che ospitava al suo interno tutta una serie di manifestazioni:
dalle freccette tricolori ai gruppi di ballerini del circo Togni. Da lì ci siamo buttati a lavorare negli aeroporti», racconta Cortimiglia, consigliere delegato di Puplispazi.
Subito dopo Classis inizia a lavorare prima nell’aeroporto ligure e poi pian piano nelle aerostazioni di Bologna, Milano, Torino, Napoli come agente di Ipsa, concessionaria torinese che vince la gara per la gestione della pubblicità al Cristoforo Colombo. Nel 1989 Bertagni e Cortimiglia danno vita a Publispazi che si specializzerà nella pubblicità negli aeroporti, affiancando Classis che si interesserà di tutti gli altri tipi.
Verso il 2000, alla vigilia della nascita di Malpensa, Publispazi rappresenta il 30% del commerciale di Ipsa, quindi decide di cessare tutti i rapporti con la società torinese e iniziare a lavorare per conto suo, progettando e realizzando impianti luminosi a seconda delle esigenze del cliente in diversi aeroporti nazionali e internazionali: da Fiumicino a Olbia, da Pechino a Shanghai, da Francoforte e Amsterdam, da Parigi a Londra.
«Ci chiamano tailormen, creiamo impianti ad hoc sulla base del target di riferimento del nostro cliente, a volte anche scontrandoci con i limiti ci pone l’amministrazione dell’aeroporto. Ci abbiamo impiegato 8 -10 mesi a fare 4 posizioni a Francoforte per Prada, ma oggi l’immagine di Prada in quel terminal è vista da milioni di passeggeri durante l’anno» afferma Oliviero Bertagni, presidente di Publispazi.
Da allora a oggi Publispazi ha servito un centinaio di aziende, tra queste anche alcune liguri: Ansaldo e banca Carige, per la quale ancora oggi predispone diverse posizioni in circa 7 città italiane. Ma è nel mondo della moda che Publispazi si è conquistata i suoi fedeli clienti storici, circa 10 grandi firme di abbigliamento: Versace, Prada, Cavalli, Ferragamo, Fendi, Calvin Klein, Valentino, Armani, Moschino. La moda infatti delinea il cliente tipo di Publispazi con cui si è consolidato un rapporto esclusivo di fiducia. «Il nostro primo cliente moda è stato Versace, per il quale abbiamo creato un impianto 80×120 nell’aeroporto di Lisbona. Da lì abbiamo lavorato in 30 aeroporti internazionali per Versace», ricorda Bertagni.
La maggior parte delle richieste proviene dal mondo della moda, più propenso ad acquistare impianti pubblicitari lussuosi allestiti in location di prestigio, come le maxi affissioni, tipo di prodotto che rientra nell’offerta di Classis. Teli o pannelli applicati ai ponteggi di edifici in ricostruzione o direttamente sulle pareti di palazzi in vista nei grossi centri urbani e metropolitani che possono costare oltre 100 mila euro al mese.
In media Classis realizza circa 12 maxi affissioni all’anno in luoghi simbolo come piazza di Spagna a Roma o piazza Cavour e piazza San Babila a Milano. La vendita trasversale di posizioni in più aeroscali del globo si è rivelata la carta vincente, con cui Publispazi è riuscita a fare breccia nel mercato dell’alta moda, al quale oggi le nuove agenzie di comunicazione e pubblicitarie faticano ad avere accesso.
«Aver mosso i primi passi in anni in cui la pubblicità negli aeroporti era ancora un settore di nicchia, sicuramente ci ha avvantaggiato – dice Bertagni – In queglianni su ogni aeroporto era presente una società. Per esigenze di lavoro, noi abbiamo dovuto inventarci questa trasversalità su più aerostazioni, oggi siamo per i nostri clienti il punto di riferimento per la comunicazione negli aeroporti di tutto il mondo».