Antoon Van Dyck, con la sua “Sacra Famiglia”, sarà il protagonista della mostra di dipinti nordici che Banca Carige esporrà al pubblico il 6, 13 e 14 ottobre nella sua sede centrale. L’iniziativa fa parte della manifestazione Abi “Invito a Palazzo”e della kermesse d’arte e cultura dei Rolli Days.
Curato dalla storica d’arte, esperta del Seicento genovese, Anna Orlando, il percorso espositivo verrà accompagnato dalle melodie barocche selezionate da Mario Marcarini, musicologo e manager di Concerto Classics, e proporrà la lettura delle opere con la narrazione delle loro storie, vicende inedite e misteri fino a oggi nascosti tra i muri dei Palazzi di Strada Nuova e le pareti delle botteghe dei maestri fiamminghi, attori discreti ma onnipresenti della scena artistica e anche mondana di quello che Braudel definì “Il secolo dei Genovesi”.
I dipinti esposti appartengono alla pinacoteca della banca ligure. Il pezzo forte, la “Sacra Famiglia con San Giovannino”, eccezionalmente esposta al pubblico in questa occasione,è una tela di dimensioni importanti (123 x 94 cm), recentemente restaurata, analizzata con strumenti diagnostici avanzati, e riportata alla sua originale bellezza. Nel dipinto che Van Dyck dipinse a Genova intorno al 1623-24 va in scena una sinfonia di affetti, tra sguardi e gesti mirabilmente orchestrati.
Le prime notizie sul quadro, sulla base di documenti d’archivio recentemente scoperti, risalgono a quando apparteneva alla famiglia Di Negro, che abitava nella zona di Banchi, vicino al porto. Nel 1686 Geronima Di Negro, vedova del primo marito e senza figli, sopravvissuta anche ai fratelli, la lascia in eredità al nipote Ambrogio Doria che la unisce agli altri splendidi quadri della sua raccolta allestita nel palazzo di Strada Nuova (attuale via Garibaldi, 6). Da lì, insieme ad altre 29 opere, la Sacra Famiglia approda nelle collezioni d’arte di Banca Carige (allora Cassa di Risparmio di Genova e Imperia) nel 1969.
Nel 2017 Banca Carige ha deciso di sottoporre il dipinto a un attento restauro condotto, con la supervisione della Soprintendenza, dal laboratorio genovese “Studio opere d’arte Martino Oberto”. I pannelli in mostra documentano le attività di recovery, lo studio radiografico e le analisi della struttura del dipinto che avvicinano il visitatore al processo creativo dell’opera e permettono di apprezzare quella presenza nella tela di una conduzione pittorica attenta e accurata per campionature cromatiche sovrapposte, tipica della tecnica pittorica vandyckiana.
L’osservazione attenta del quadro, una volta pulito, ha reso evidenti i tanti “pentimenti”, ossia le variazioni in corso d’opera del pittore: segno importante per confermare l’autografia dell’opera. Varie indagini tecniche sono state eseguite prima e durante il restauro. Le radiografie hanno rilevato la sapiente costruzione dei panneggi. Michele Brancucci e Valentina Martini hanno curato altre analisi diagnostiche non invasive che hanno contribuito ad aumentare la conoscenza sulle tecniche e i materiali che caratterizzano il quadro (come la presenza di una preparazione di color bruno chiaro , e la probabile conduzione di due tipi di disegno sottostante) e permesso di porre a confronto i dati tecnici con quelli di altri studi sulle opere di Van Dyck.
Accanto alla “Sacra famiglia” saranno esposti i dipinti dell’ambito di Peter Paul Rubens, di Hyeronimus Gerards, ossia il fiammingo-siciliano Geronimo Gerardi, dell’enigmatico Monogrammista RG – misterioso artista dal tratto nordico e dall’audace cifra caravaggesca – e di Vincenzo Malò, allievo di Rubens a attivo a Genova negli anni Trenta del Seicento. Un focus, cioè, sui numerosi artisti della galassia di “pittori foresti” giunti a Genova nel 600 in cerca di ricche committenze e che hanno lasciato una traccia inconfondibile nel lessico pittorico della Superba. Nella mostra che Anna Orlando ha curato per Banca Carige, sono quindi presenti di opere di grande interesse, con storie affascinanti e inedite ricostruite con passione e rigore scientifico in ricerche d’archivio, approfondite anche nel ricco catalogo edito da Sagep. Due esempi per tutti: la “Santa Rosalia” del Gerards, amico e sodale del Van Dyck a Palermo, e del suo viaggio dalla Sicilia a Genova, e del “Ritratto virile” la cui attribuzione è stata recuperata alla mano del Van Dyck dopo un accurato restauro eseguito in occasione di questa esposizione ed un attento confronto tecnico-stilistico con altri ritratti autografi del pittore.