A margine dell’inaugurazione della nuova ala Est dell’Aeroporto di Genova ha tenuto banco la necessità della privatizzazione dello scalo, ossia trovare un socio industriale forte accanto a una compagine pubblica che potrebbe prevedere il Comune di Genova tra gli azionisti.
«Come società abbiamo fatto tutti i passaggi tecnici che andavano fatti, abbiamo preso contatti con gli advisor, sappiamo tutto quello che c’è da fare. Ora i soci devono decidere qual è la strada da percorrere tra l’aumento di capitale e la cessione di quote da parte dei soci esistenti» spiega il presidente dell’Aeroporto Enrico Musso.
Oggi le quote sono divise tra Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (60%) e Camera di Commercio di Genova (40%). In passato, l’iter per la privatizzazione era stato bloccato dalla Camera di commercio che aveva fatto valere il diritto di prelazione sul 15% delle quote vendute da Aeroporti di Roma, a cui mirava Msc.
«Ministero e governo hanno sostenuto da subito il percorso di privatizzazione − ricorda il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi − il traffico aereo in questo Paese cresce come non mai e l’aeroporto di Genova fa fatica se non trova una vocazione e se non investe sui collegamenti. Bisogna portare traffico e sfruttare la centralità del primo scalo portuale del Paese. L’importante è non chiudersi: se il concetto è rimanere solamente coi voli per Roma, non è più un aeroporto e diventa una fermata di autobus. Noi abbiamo bisogno di essere collegati». Sui soci non si sofferma solo sui due operatori crocieristici Msc e Costa Crociere: «C’è una serie di altri soggetti sul mercato privato che possono dire la loro».
E sulla privatizzazione la nomina del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale potrebbe accelerare le cose: «Ci vediamo il 21 marzo per discutere di queste cose − annuncia Rixi − il nome ci sarà quando ci sarà l’intesa tra governo e presidente della Regione».
Anche il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, è d’accordo: «Siamo favorevoli alla privatizzazione degli aeroporti con all’interno un presidio pubblico a garanzia di un elemento di vigilanza, non certo della gestione. Su Genova abbiamo lanciato l’idea, insieme anche al viceministro Rixi, di un’integrazione aria-nave: spero che lo sviluppo dell’aeroporto possa concretizzarsi in questo percorso».
Tuttavia il presidente Enac evidenza che sia necessario rilanciare l’idea di un’estensione della concessione, con una nuova procedura di gara, confidando su un piano industriale di lungo periodo.
Il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, come sempre non usa mezze misure: «Da domani comincerò a telefonare tutti i giorni e chiedere se è pronto il bando di gara, non vedo l’ora. Mi auguro che ci sia grande partecipazione e molto interesse per questo aeroporto che ha delle possibilità enormi di crescita e può servire bene la nostra regione e la nostra città. Dobbiamo partire domani mattina col bando per non farci rubare il primato europeo da Pisa e Nizza».
I due candidati sindaco Pietro Piciocchi per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra, si trovano sostanzialmente d’accordo. Piciocchi, attuale vicesidaco reggente dice: «Il Comune attualmente non è socio, ma non vuole stare a guardare e cercherà di incoraggiare, promuovere e favorire il più possibile l’intervento di soggetti privati che possano avere esperienza nella gestione dell’aeroporto. Non possiamo nascondere che una società interamente pubblica che gestisce un aeroporto è un’anomalia. Sappiamo che la concessione scade nel 2029 e andrà fatto un lavoro importante per creare le condizioni di attrazione di un partner solido».
Il fatto che il Comune sia soggetto attuatore del potenziamento del collegamento con lo scalo per Piciocchi è «una condizione importante di attrattività per un futuro partner industriale».
Il Comune, conferma Piciocchi, è interessato a entrare nella compagine azionaria. «Questo sarà necessario con una piccola quota, chiaramente − dichara Piciocchi − anche per garantire una direzione molto chiara, una sintonia con quello che è lo sviluppo della città. Noi delle riflessioni le stiamo facendo, ora è imminente una scadenza elettorale, siamo alla fine del mandato, ma se guardiamo anche all’azionaliato degli aeroporti delle grandi città italiane, più o meno c’è sempre una presenza del Comune, quindi penso che sia un’assunzione di responsabilità necessaria da parte dell’amministrazione comunale».
Silvia Salis, invitata dai vertici aeroportuali, conferma: «La privatizzazione è la strada giusta. Tutto quello che può agevolare per portare alla privatizzazione e soprattutto all’aumento di traffico di quest’aeroporto, che è una grandissima risorsa per tutta la città. Vedo bene l’ingresso del Comune nella compagine azionaria».
Sul progetto del tapis roulant per collegare lo scalo Salis risponde: «Tutti i modi che possiamo usare per aumentare il traffico in città e per collegare le persone li dobbiamo usare. Certo però devono essere sempre chiaramente non sovradimensionati e non impattare in modo devastante con la città».
Continuità territoriale, Rixi: «Opzione difficile»
Il Pd aveva proposto di chedere la continuità territoriale e lo stesso presidente dell’Aeroporto Enrico Musso si era mostrato possibilista, ma il viceministro Edoardo Rixi è pessimista: «Per le regole che ci sono, Genova difficilmente otterrà mai la continuità territoriale, perché in un’ora e mezza si è a Linate e si è collegati con tutto il mondo. La continuità territoriale si dà a quegli scali che sono sopra le tre ore di distanza da un altro aeroporto. A regole vigenti sarebbe molto difficile dare la continuità territoriale. Poi si dà normalmente per quegli scali che non hanno appetibilità di traffico e sarebbe un controsenso per uno scalo che, invece, si vuole rilanciare. Continuità territoriale vuol dire prendere denaro pubblico per cercare di non chiudere un aeroporto, mentre il rilancio industriale di un aeroporto vuol dire fare accordi con le compagnie, aree o vettori di crociera, come mi auguro per Genova, per portare traffico».
Anche Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac, ha dei dubbi e rilancia: «Io sono sicuramente favorevole non tanto alla continuità territoriale, quanto agli aiuti ai vettori che sono più in linea con il diritto comunitario. È evidente che ci deve essere anche uno sforzo del pubblico nel sostenere determinati voli per fare massa critica e poter finalmente rilanciare la crescita di un aeroporto che rispetto a tutto il resto del panorama italiano stenta un po’ a crescere. Eppure ci sono condizioni assolutamente favorevoli. C’è la necessità di una policy sia da parte della governance, ma soprattutto delle istituzioni a voler favorire la mobilità aerea come elemento importante dello sviluppo della città».