La maggioranza che, nel consiglio comunale di Genova, sostiene la giunta guidata dal facente funzioni di sindaco Pietro Piciocchi, è solida e affiatata nonostante le recenti defezioni, e la contrapposizione tra “civici” ei politici sottintende una forma di antipolitica. È quanto sostiene Piciocchi in un post pubblicato su Facebook, mentre Umberto Lo Grasso, Lista Toti, passa al gruppo misto, dopo Arianna Viscogliosi (Vince Genova), Stefano Costa (Forza Italia) e, Paolo Gozzi Vince Genova) e nel centrosinistra si cerca un candidato, secondo alcune voci, tra personalità della “società civile” e non tra i partiti.
“In questi giorni – si legge nel post di Piciocchi – si fa un gran parlare di civismo, sia nella maggioranza di Palazzo Tursi, che nell’opposizione, che nei mondi alternativi alle coalizioni tradizionali che cercano figure da candidare immuni da “contaminazioni” partitiche, figure che si presenterebbero come “autentiche”, tipi ideali, profili quasi profetici (cercasi “un Sindaco della verità”, ovviamente civico autentico, come ha scritto ieri qualcuno). Come se i partiti, tanto da un lato quanto dall’altro, rappresentassero una forma di corruzione morale perché pervasi dalla logica del potere (salvo poi scoprire che vari nomi che incarnerebbero la figura del Sindaco puro magari occupano posizioni prestigiose che – beninteso del tutto legittimamente – hanno ottenuto proprio grazie a quei partiti nei confronti dei quali verrebbero posti come alternativa)”.
“Insomma – prosegue il facente funzione di sindaco – tutti a riempirsi la bocca di civismo, ad autoproclamarsi civici, a provare ad accreditarsi quali veri interpreti del civismo, categoria che, in questi termini, mi pare dai tratti molto evanescenti, in realtà, a seconda dei casi, manichei (e quindi, per definizione, avulsi dalla realtà) o autoreferenziali. Comunque, se ci pensiamo bene, una nuova e più sottile forma di antipolitica”.
Calo adesso – precisa Piciocchi – il discorso nella nostra maggioranza di governo e cerco di spiegare cosa per me è il civismo perché sono francamente rimasto perplesso nel leggere recentemente che, secondo qualcuno, vi sarebbe una contrapposizione tra i partiti tradizionali che sostengono la Giunta e le liste civiche che pure sostengono la Giunta. Una contrapposizione che, per quanto mi riguarda, non è mai esistita, non esiste e, fin quando ci sarò io, non esisterà mai! Il compito dell’attuale amministrazione cittadina, infatti, è sempre stato quello di attuare un programma che ha visto la convergenza di varie forze, partitiche e non, che hanno dato il loro fondamentale contributo: tanto al momento delle elezioni, quanto, successivamente, al momento della definizione dei vari ruoli funzionali all’attuazione di quel programma e, più in generale, nel sostegno quotidiano alle attività della Giunta comunale. La coalizione è un mosaico composto da varie tessere che sono non alternative bensì complementari. La coalizione funziona quando tutti si mettono al servizio gli uni degli altri, quando sono disposti a confrontare le proprie posizioni con quelle degli altri, quando si sforzano nel fare prevalere la capacità di sintesi nel nome del bene comune: è questo che segna la distinzione tra una politica matura nell’interesse della Città, che non guarda ai giochi del palazzo ma al bene dei cittadini, e personalismi a mio giudizio sterili, che portano a divisioni e rischiano alla fine di fare il gioco di chi, non avendo né idee, né riferimenti e neppure una cultura di governo, cerca solo di demolire e di parlare alla pancia”.
Secondo Piciocchi “Rivendicare la propria autonomia impugnando il civismo contro i partiti mi pare francamente un po’ pretestuoso; sapere sacrificare talvolta la propria libertà, anche di voto, nel nome di una compattezza di governo lo trovo invece molto saggio, nobile e responsabile. Io stesso, in questi anni, ho dovuto qualche volta ingoiare cose che non mi piacevano e l’ho sempre fatto con spirito di servizio e guardando oltre, sul presupposto che il danno peggiore possibile sarebbe stato spaccare e seminare la zizzania della divisione. Qualcuno, commentando le varie fuoriuscite dalla maggioranza di questi ultimi tempi in nome del “civismo”, ha scritto sui giornali che io sarei molto preoccupato sulla tenuta dei numeri e sul futuro della Giunta. Ebbene, posso rassicurare di non esserlo affatto, per almeno tre motivi.
Intanto perché sono un uomo libero, ho un lavoro e una famiglia che mi sostiene, cosicché posso molto serenamente andarmene a casa domani mattina – e con me, ante tempus, tutti i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione – gratificato per avere compiuto il mio servizio civico in questi anni (a proposito del vero civismo!). Sarà qualcun altro, nel caso, a prendersi la responsabilità di lasciare la Città nelle mani di un commissario che potrebbe paralizzare la Città con una gestione “ordinaria” (chi ha esperienza di queste cose comprende subito cosa intendo dire). In secondo luogo perché – e lo dico con il massimo rispetto del Consiglio comunale – penso che alle persone di fuori, che devono affrontare i problemi di tutti i giorni, interessi meno di zero sapere come si posizioni questo o quel consigliere comunale, questioni come civismo, non civismo, ecc… Francamente, anziché dovermi dedicare a seguire queste vicende intestine, sono molto più interessato a spendere tutte le mie energie per cercare di fare bene per i cittadini e le cittadine genovesi che non hanno certo bisogno dei nostri teatrini. Voglio stare in mezzo alla gente, ascoltare le persone, lasciarmi coinvolgere nei loro problemi fino a sentirli miei e, insieme a loro, provare a trovare le soluzioni. Su questo atteggiamento voglio dimostrare e costruire ulteriormente la mia credibilità per una proposta di governo della Città. Altro non mi interessa o, comunque, mi interessa molto meno. In terzo e ultimo luogo – pensando in questo caso ai numeri – perché la maggioranza residua è ancora solida e affiatata – e continua anche in questi giorni a darmene riprova – e ha tutta la dig Ecco perché non sono minimamente preoccupato e vado avanti con la massima serenità che deriva da una coscienza libera che si vuole solo mettere al servizio delle persone”.
“Questo è il vero civismo – sottolinea Piciocchi – non il posizionamento tattico, o il civismo contro , o ancora il civismo manicheo , e credo di averne dato prova io, molto più di altri, quando, in occasione del rimpasto di giunta, ho chiamato ad aiutarmi una persona come Enrico Costa che porta dentro al Comune una straordinaria esperienza di solidarietà maturata nella società civile. O un uomo come Ferdinando de Fornari che ci offre una straordinaria esperienza tecnica in un settore difficile e delicato come quello delle opere pubbliche. È questo il civismo dei fatti e non delle parole vacue, il civismo della concretezza e del buon senso, non quello delle autoproclamazioni; è questo il civismo vero che ti deve mettere in discussione perché non ha confini e arricchisce il tuo percorso con esperienze diverse. Scelte che ho assunto in piena coscienza, responsabilità e libertà, senza farmi dettare l’agenda da nessuno e senza guardare a steccati di sorta, ma avendo a cuore solo il bene comune.
A chi accusa le liste civiche di essere asservite ai partiti, io replico con orgoglio che il sottoscritto, e la maggioranza tutta che lo sostiene, sono asserviti solo ai cittadini e non concepiscono nient’altro”!