La giunta del Comune di Genova, su proposta dell’assessore all’Urbanistica e allo Sviluppo economico, Mario Mascia, ha approvato il regolamento per l’installazione di impianti di teleradiocomunicazione sul territorio cittadino.
«Ci è stato richiesto a gran voce dalla cittadinanza – spiega l’assessore – anche per il tramite di molteplici iniziative consiliari, di mettere ordine al proliferare indiscriminato di antenne sul territorio cittadino. Questo regolamento sfrutta la finestra normativa prevista dall’articolo 8 c.6 della legge 22 febbraio 2001, n. 36 che attribuisce al Comune il potere di regolamentare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, beninteso con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato».
.L’obiettivo è di consentire agli uffici comunali di avere parametri di riferimento certi e utili a una valutazione preventiva dei progetti di installazione di questi impianti, anche sotto il profilo delle misure di mitigazione dell’impatto visivo paesaggistico ed ambientale, ancor prima che i cittadini ‘a cose fatte’ se li ritrovino eretti davanti ai loro occhi.
«Nella stesura del regolamento – aggiunge Mascia – abbiamo raggiunto un giusto contemperamento tra queste sacrosante pretese civiche e l’interesse pubblico a fruire delle connessioni che consentono agli smartphone di ‘prendere’ e avere campo in tutto il territorio cittadino e a chi li possiede di studiare, lavorare, divertirsi, documentarsi e comunicare con uno strumento sempre funzionale a portata di mano. Una delle linee guida introdotte con questo regolamento riguarda il c.d. cositing cioè l’auspicata coabitazione degli impianti per la telefonia mobile, che permette di scongiurare il fenomeno della concentrazione di molteplici stazioni radio base di differenti gestori a carattere sparso ma nell’ambito delle medesime porzioni del territorio cittadino, fermo restando il monitoraggio dell’eventuale aumento delle emissioni in collaborazione con ARPAL nel rispetto dei limiti massimi normativamente previsti».
Con il nuovo regolamento il Comune di Genova vuole garantire una dislocazione pianificata, ordinata e ragionevole delle antenne all’interno del territorio cittadino onde evitare inutili sovrapposizioni di stazioni ed al contempo assicurare a tutti i cittadini una completa e ottimale copertura di segnale per la migliore fruizione dei servizi necessari al completamento dei processi di digitalizzazione.
Altre postazioni di localizzazione preferenziale degli impianti indicate dal Regolamento sono le strutture di sostegno preesistenti, come torri tecnologiche e di illuminazione, serbatoi, tralicci e altre opere che si sviluppino in altezza oppure gli edifici o terreni ubicati all’interno delle aree individuate dal Piano Urbanistico Comunale quali ambiti di riqualificazione urbanistica produttiva AR- PI e AR – PU, o ancora le zone periferiche fuori dalla perimetrazione del Centro abitato.
Si tratta di indicazioni di massima perché anzi viene fatta salva la possibilità che i gestori dimostrino l’indispensabilità della localizzazione e l’inesistenza di soluzioni alternative, nel qual caso però potrà essere loro richiesta, comunque, l’adozione di opere di mitigazione e/o di compensazione paesaggistica. Non sono infine ammesse nuove installazioni, intese come messe in opera di nuovi elementi porta antenne, nei parchi di interesse naturalistico e paesaggistico e nelle zone qualificate come parchi urbani, manufatti emergenti e sistemi di manufatti emergenti dal Piano territoriale di Coordinamento Paesistico regionale.