Sabato 20 aprile alle ore 15.30 a Sestri Levante presso il Grande Albergo in via Vittorio Veneto 2 si terrà un incontro tra i pescatori dilettanti, i rappresentanti della Fipsas e politici locali e nazionali, incontro che si inserisce tra le manifestazioni già in atto ed altre in programma in diverse altre regioni italiane “contro tutte le normative che ultimamente hanno colpito il mondo delle associazioni della pesca sportiva e ricreativa, ad esempio lo smisurato aumento degli importi minimi dei canoni demaniali e da ultima la riduzione degli ami dello strumento palamito”. Lo rende noto il Coordinamento pescatori Tigullio in un comunicato stampa.
Il confronto sarà incentrato in particolare sul decreto ministeriale 30 gennaio 2024, pubblicato sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in data 29 febbraio 2024, che prevede la riduzione del numero di ami consentiti per la pesca ricreativa effettuata con il palangaro (o palamito), da 200 a 50 ami per imbarcazione, e il divieto di utilizzo dei salpa-reti elettrici o collegati a motori termici per questo attrezzo.
Tali disposizioni impediscono di fatto la pratica di una tecnica di pesca di antichissima tradizione e diffusa su tutte le coste italiane.
Dalle motivazioni del provvedimento emerge che il decreto è stato emanato per tutelare la risorsa ittica, per contrastare la pesca illegale e per tutelare gli interessi della pesca professionale.
“Non vengono tuttavia forniti dati scientifici sull’effettivo impatto dello strumento sulla risorsa ittica, che viene solo presunto, e la misura presa appare basata su facili semplificazioni prive di alcun pregio”, commenta il Coordinamento pescatori Tigullio.
“Le associazioni rappresentative degli interessi della pesca sportiva e ricreativa non sono state consultate, essendo il provvedimento emanato per rispondere a sollecitazioni dei rappresentanti della pesca professionale che tutte hanno plaudito alla sua emissione”.
“I pescatori ricreativi che usano il palamito non accettano l’accusa di praticare la pesca illegale e chiedono di poter continuare a praticare questo tipo di pesca, pienamente sostenibile e già ampiamente regolamentata dalla legge”.
Il Coordinamento che rappresenta i tanti circoli dell’area Tigullio “desidera manifestare la sua contrarietà ai contenuti del decreto che oltre a evidenziare carenze dal punto di vista legale rappresenta un pericoloso precedente che potrebbe in futuro essere replicato vietando altri strumenti e modalità oggi legalmente consentiti per l’esercizio della pesca sportiva e ricreativa. Si auspica che dal confronto con gli invitati possano essere evidenziate proposte per fare arrivare la richiesta al Ministro di revocare la misura introdotta e per consentire ai pescatori ricreativi un effettivo esercizio della pesca con il palangaro o palamito”, conclude il comunicato.