«Ieri il grido di allarme da parte del consiglio generale dell’Ance a Roma. Purtroppo quanto deciso in consiglio dei ministri ieri sera in merito alle modifiche alla disciplina dei bonus edilizi conferma che l’allarme era fondato: il risultato sarà quello di precipitare in uno stato di grande e probabilmente irreversibile difficoltà famiglie e imprese». Così Massimo Baccino, presidente Ance Savona in merito alle modifiche previste in tema di superbonus.
«È impensabile cambiare le regole in corso ancora una volta e con effetto immediato – dice Baccino −, senza per giunta aver individuato una soluzione per sbloccare i crediti incagliati, in un contesto del genere si aggiunge confusione alla confusione e si va verso al blocco del settore».
«Non focalizziamo tanto l’attenzione sull’ammontare dell’agevolazione – afferma il presidente di Ance Savona − quanto sugli effetti immediati e diretti che questi cambi di rotta improvvisi hanno e avranno sulle decisioni delle persone e delle imprese, rendendole in un quadro di instabilità sempre e comunque sbagliate».
Pensare a una disciplina transitoria di breve periodo, sottolinea Ance, significa “ignorare le dinamiche del lavoro e quindi quelle innescate dal superbonus”: un’operazione di efficientamento energetico, e ancor più di riqualificazione sismica impone “mesi di lavori preparatori, di incarichi a professionisti e imprese, tutto impostato in relazione a norme che dovevano garantire tempi e certezze”.
Secondo l’Ance senza un regime transitorio adeguato e una soluzione concreta per sbloccare i crediti incagliati, come quella individuata insieme all’Abi che prevede l’utilizzo degli F24, il superbonus si bloccherà per sempre, con gravi ripercussioni sia economiche che in termini di transizione ecologica.
«Insieme a tutta la filiera, ai sindacati e ai professionisti del settore chiediamo – conclude Baccino – l’immediata convocazione di un tavolo di confronto per definire un quadro di regole chiaro e stabile che consenta all’Italia di non paralizzare e bloccare il percorso di crescita che era stato avviato vanificando gli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che la maggioranza di governo ha sempre dichiarato di voler perseguire».