Mattinata complessa per chi si muove a Genova a causa dello sciopero generale dei sindacati di base, che ha richiamato in piazza tremila genovesi. Lo riporta l’agenzia Dire, di cui pubblichiamo anche la fotografia. Il corteo è partito dal terminal Traghetti, ma mentre una parte, guidata da lavoratori portuali, Si.Cobas e Usb segue il percorso annunciato lungo la sopraelevata, gli altri, al grido di “no Green pass“, restano sulla viabilità ordinaria in via Milano, assieme a Cobas e Cub. Con loro anche il senatore ex pentastellato e ora dell’Alternativa c’è, Mattia Crucioli, e i rappresentanti locali di Italexit. Le due manifestazioni dovrebbero raggiungere la sede di Confindustria, in via San Vincenzo, ma la divisione in due tronconi ha spiazzato tutti.
Il doppio corteo ha di fatto completamente bloccato la viabilità ordinaria cittadina, soprattutto per chi da Ponente è diretto in centro e a Levante.
Anche molti manifestanti sono rimasti spiazzati dalla divisione, con alcuni gruppi, sindacali e non, che si sono trovati separati senza capire perché. A incrociare le braccia tanti portuali, vigili del fuoco e molti lavoratori stranieri. All’immediata vigilia della manifestazione, i sindacati ci tenevano a precisare che non si sarebbe trattato di una protesta contro il Green pass, quanto piuttosto contro la politica economica, sociale e del mondo del lavoro portata avanti dal governo Draghi. Ma fin dai primi minuti di oggi, si è capito che non sarebbe stato solo così.
Al concentramento si è unita anche “Libera piazza Genova“, il movimento che organizza tutte le settimane presidi e cortei contro il certificato verde e l’obbligo vaccinale anti Covid. In mezzo alla folla anche i consiglieri comunali di M5S, Fabio Ceraudo (neo sindacalista Usb, dopo l’addio alla Uilm) e Stefano Giordano (vigile del fuoco).
In piazza pure gli studenti, chiamati a manifestare dal collettivo “Vedo Terra”. Per loro, le motivazioni della protesta sono molteplici e sintetizzano al meglio la “doppia piazza” di stamattina: contro il premier Draghi e il Pnrr “che lascia a scuola e università solo il 12% dei fondi”; contro il ministro Cingolani che “anziché preoccuparsi di una vera transizione ecologica, si occupa di distribuire soldi alla ricerca sulle armi”; contro il Green pass in università e per tamponi gratuiti per tutti, “senza ulteriori ricatti”. Dopo lo sgombero del Tdn di venerdì scorso, al corteo si sono uniti pure antagonisti, giovani dei centri sociali e Genova antifascista.