«Proprio in virtù del senso di giustizia sociale a cui il sindacato dovrebbe ispirarsi, non posso non dissociarmi dalla mobilitazione “Stop Armi Egitto” indetta per domani 19 dicembre: non è giusto infatti che siano i lavoratori dei cantieri e delle aziende italiane a pagare il prezzo di complesse vicende giudiziarie che attengono alla geopolitica o alla legalità, ma non all’economia. Sul caso Regeni e Zaky bisognerebbe infatti avere il buon senso di separare gli interessi nazionali dalla vicenda giudiziaria». È quanto dichiara Antonio Apa, segretario generale della Uilm Genova

Come fanno tutte le grandi potenze occidentali, nostre competitor, che non subordinano gli interessi delle proprie aziende alla risoluzione di problematiche attinenti le normali relazioni bilaterali. Queste ultime, inoltre, vengono semmai favorite dagli scambi commerciali e industriali, senza i quali le posizioni si irrigidirebbero ulteriormente, e credo solo a danno del nostro Paese, perché l’Egitto o qualsiasi altro Stato amico del Middle-East resterebbe libero di rivolgersi ad altri Paesi fornitori di strumenti oltretutto necessari non alla guerra, ma al presidio della pace e della sicurezza nel Mediterraneo. E’ nobile chiedere giustizia, nelle sedi deputate, ma senza confondere campi che dovrebbero rimanere distinti e non a detrimento di interessi altrettanto nobili come quelli dei nostri lavoratori. La piattaforma Fremm, la migliore del mondo, che Fincantieri sta vendendo all’Egitto è inoltre molto richiesta anche da altre Marine estere, non certamente solo dall’Egitto (vedi ultimo caso degli Stati Uniti d’America).