L’Università di Genova presenta il suo primo bilancio di genere, previsto nel Piano di Azioni Positive 2017-2020 dell’Ateneo. La presentazione si terrà lunedì 12 ottobre, alle 17, nell’aula magna del palazzo dell’Università in via Balbi 5 a Genova.
Il bilancio di genere scatta una fotografia precisa della situazione di parità (o disparità) tra uomini e donne all’interno dell’Ateneo, attraverso l’elaborazione di dati che riguardano le tre principali componenti universitarie: studenti, personale docente, personale Tabs.
Grazie al bilancio di genere è possibile capire quali sono gli ambiti più problematici dal punto di vista della parità di genere (per esempio nelle progressioni di carriera o nei ruoli apicali della governance) e mettere in campo soluzioni capaci di rimediare alle asimmetrie rilevate.
Un’anticipazione dei risultati
Il primo bilancio di genere dell’Università di Genova evidenzia diverse aree critiche, del resto in linea con i dati di altri atenei, ma anche qualche risultato rassicurante. Se le studentesse sono il 55% del totale degli iscritti a UniGe, questa percentuale non è uniformemente rilevata in tutti i settori: sono tante, e in aumento, le studentesse a Farmacia (77%), a Medicina (63%) e a Scienze Matematiche, fisiche e naturali (43%). Meno presenti nei corsi di Ingegneria (26%) e Informatica (14%). Considerazione diametralmente opposta per Scienze della Formazione e per Lingue Straniere che riportano solo il 20% di iscritti uomini. Secondo l’ateneo, i dati evidenziano la sussistenza, per questi percorsi formativi, degli stereotipi di genere sulle carriere femminili e maschili che rischiano di limitare la scelta delle matricole.
L’identikit che emerge dall’analisi dei dati disegna una studentessa UniGe che sceglie corsi di studio più lunghi, va in Erasmus più dei suoi coetanei, si laurea (un po’) prima dei colleghi e con voti migliori.
Buone notizie per il personale tecnico-amministrativo, che delle tre componenti considerate è quello che presenta i dati migliori dal punto di vista della parità di genere. Anche qui ci sono luci e ombre: le donne del personale sono il 64,3% (con una certa presenza anche nei ruoli apicali) ma ben il 30% chiede un part-time, segno che conciliare lavoro di cura e lavoro retribuito è ancora un problema soprattutto femminile.
Per le docenti il quadro che emerge dal bilancio di genere di UniGe è in linea con le tendenze nazionali, ma comunque poco roseo, soprattutto se le docenti in questione vogliono far carriera: le professoresse ordinarie in UniGe sono solo il 25% e appena il 17% nelle discipline Stem (cioè quelle tecnico-scientifiche). Per i docenti uomini va molto meglio: quasi 1 su 3 è professore ordinario (per le donne, il dato è 1,6 su 10). Qualche segnale positivo viene dalle posizioni di ricercatore, che sono per lo più paritarie (il 46% dei ricercatori UniGe è donna), e dal turn-over che negli ultimi anni, anche se molto lentamente, ha favorito un ricambio al femminile.