Genova si è classificata al 16° posto su 25 partecipanti nel “Giretto d’Italia”, iniziativa di Legambiente dove le città italiane (quest’anno 25) si sono sfidate con il conteggio dei ciclisti e dei fruitori della micromobilità (monopattini, mono ruota, overboard, eccetera) che sono transitati davanti a determinati check point. Considerato che lo scorso anno Genova era arrivata solo terzultima e che nella presente classifica è preceduta di poco da città come Bologna e Udine non è un brutto piazzamento. Che con le nuove corsie ciclabili d’emergenza era nata la voglia di bici tra i genovesi lo si era già percepito in strada ma ora ci sono anche dei numeri a dimostrarlo (tabella di dettaglio a fondo pagina).
Il Giretto ha un valore simbolico, sia per il poco tempo della rilevazione sia perché la diversità delle città in gara in termini di urbanistica, densità abitativa e dinamiche di traffico rende complesse le valutazioni.
A Genova i volontari di Fiab che hanno collaborato all’iniziativa assieme al Comune hanno contato 727 transiti complessivi di bici e monopattini.
Un dato per tutti: i transiti in via XX Settembre sono stati quasi il doppio rispetto a quelli rilevati l’anno precedente. E la tanto contestata, dagli automobilisti, pista ciclabile di corso Italia? Romolo Solari, presidente di Fiab Genova ed attivista di Legambiente, dice: «Sono 133 tra bici e monopattini quelli transitati dalle 7,30 alle 10 verso ponente, normale percorso per chi abita nei quartieri residenziali del levante e va a lavorare in centro. Sono tanti? Sono pochi? Non lo sappiamo, quello che sappiamo è che se non ci fossero state queste 133 persone avremmo avuto 133 auto in più ad aumentare il traffico, considerato che da noi il car pooling è sconosciuto. Oppure 133 moto che avrebbero intasato i parcheggi già saturi del centro o ancora 133 persone che avrebbero occupato preziosi spazi sul mezzo pubblico che per via del distanziamento anti covid va lasciato alle persone anziane che non possono fare altrimenti. Si è trattato di 133 cittadini virtuosi che non inquinano e non intasano le strade. Cittadini che vanno rispettati e protetti».
Dal canto suo Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria dichiara: «È necessario continuare ad investire sulla mobilità dolce e sostenibile. La convivenza tra diversi mezzi di trasporto nelle città è possibile restituendo spazi stradali ai pedoni, ai ciclisti, riservando corsie per i mezzi del trasporto pubblico locale e monitorando, abbassandola a 30 km/h, la velocità dei mezzi più veloci e pericolosi. Solo così recupereremo una decente qualità dell’aria e ridurremo l’inquinamento acustico generando salubrità perni cittadini tutti. Il giretto d’Italia e il successo crescente della ciclomobilita’ sono la dimostrazione che questa nuova cultura del muoversi e spostarsi in città non è utopia ma concreta realtà».
L’analisi dei numeri per valori assoluti vede prima Pesaro, dove sono stati conteggiati 7.537 mezzi sostenibili (bici e monopattini o altro), a Piacenza 6.194, a Reggio Emilia 5.481, a Padova 4.833, a Milano 4.536, a Bolzano 4.106, a Ravenna 3692, a Ferrara 2.676, a Novara 2.336, a Fano (PU) 2.254, a Trento 1.921, a Torino 1.600, a Palermo 1.095, a Udine 983, a Bologna 841, a Genova 727, a Misano Adriatico (RN) 514, a Carpi (MO) 511, a Pavia 435, a Jesi (AN) 358, a Napoli 295, a Carmagnola (TO) 212, a Roma 111, a Brescia 95, a Lecce 20.