Avvio debole per le Borse europee, che risentono degli effetti sui futures Usa oltre che sui listini asiatici dell’incertezza derivante dal confronto televisivo a suon di insulti fra Trump e Biden. Parigi cede lo 0,80%, Francoforte lo 0,55% mentre Londra alle prime battute contiene le perdite allo 0,10%.
Milano non fa eccezione, anche se recupera quasi del tutto le perdite iniziali, e l’indice Ftse Mib cede lo 0,04% a 19.054 punti. Pesa soprattutto Bper (-3,1%) dopo il varo dell’aumento di capitale per l’acquisto delle filiali che Intesa (-0,19%) deve cedere nell’ambito dell’integrazione con Ubi. Debole anche Unipol (-0,8%) ma tra i titoli peggiori non ci sono bancari, bensì Stm (-1,6%), Cnh (-1,22%) e Atlantia (-1,1%) col nodo Aspi ancora da sciogliere. Avanzano Tenaris (+0,9%) e Saipem (+0,79%) malgrado il greggio ancora in calo. Fuori dal paniere principale Tiscali (-0,41%) non risente della semestrale contrastata, Iren invece beneficia del nuovo piano (+1,9%).
Restando a Piazza Affari, è definitivo a partire da oggi il delisting del titolo Molmed, dopo la sospensione dalle negoziazioni nelle due sedute precedenti. Sono gli effetti della salita dei giapponesi di Agc al 97,605% del capitale sociale del gruppo italiano, che ha comunicato come sia anche stato effettuato il regolamento della procedura congiunta per l’esercizio del diritto di acquisto sul 2,395% del capitale sociale ordinario rimanente.
Sul fronte asiatico, la Borsa di Tokyo accentua le perdite sul finale di seduta in scia all’esito del primo dibattito presidenziale negli Stati Uniti che, a detta degli analisti, aumenta l’incertezza e il livello di imponderabilità sul voto di novembre per chi sarà alla guida della Casa Bianca. L’indice di riferimento Nikkei mette a segno un calo dell’1,50% a quota 23.185,98 e una perdita di 353 punti.
Sul fronte valutario lo yen tratta a 105,40 sul dollaro, e sull’euro a 123,70.
Prosegue il calo del prezzo del petrolio a causa dei timori del perdurare della crisi derivante dal Covid che frena la ripresa dei consumi. Il greggio Wti del Texas lascia sul terreno l’1% a 38,8 dollari al barile mentre il Brent del Mare del Nord si avvicina alla soglia dei 40 dollari (-1,15% a 40,5 dollari). A incidere sui prezzi anche i dubbi del mercato sul rispetto delle quote di produzione da parte della Libia, della Russia e di altri componenti dell’Opec+.
Lo spread fra Btp e Bund segna in avvio 140 punti, rendimento del decennale italiano
pari allo 0,85%.