C’è anche Genova in lizza per ottenere i fondi del ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del bando “Casa delle Tecnologie emergenti“. Entro fine anno si saprà se il Mise avrà concesso il finanziamento.
Il progetto si concentra ai Magazzini dell’Abbondanza e racchiude un partenariato pubblico-privato legato soprattutto alla Blue Economy. Ne fanno parte il Comune di Genova come capofila, il Job Centre, l’Università, il Cnr, L’Iit, il Digital Tree Innovation Habitat, i Poli liguri di ricerca e innovazione (“Tecnologie innovative per il controllo ambientale e lo sviluppo sostenibile”, “Distretto ligure delle tecnologie marine” e “Sistemi intelligenti integrati”) e Tim.
Perché Genova può aspirare ai fondi
Il bando è riservato ai Comuni dove è già presente una sperimentazione 5G finanziata dal Mise stesso. Il bando mette in campo 25 milioni di euro.
Federica Cedro, che è project manager per il Comune di Genova spiega: «La Casa delle tecnologie emergenti è un esempio lampante dei processi di innovazione in atto su Genova. Parte, però, da un tratto identitario per la nostra città, ovvero l’economia del mare».
I Magazzini dell’abbondanza in via del Molo sono già la futura sede del Genoa Blue District, che avrà come gestore il Job Centre, per questo il progetto prenderà vita in ogni caso. «Con il finanziamento del Mise – aggiunge Cedro – si potrà sviluppare il tutto in maniera esaustiva e canalizzare gli interessi territoriali».
Nel Genoa Blue District sono coinvolti anche Compagnia di San Paolo, Regione Liguria e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.
La candidatura prevede la richiesta al ministero di un finanziamento di 5,3 milioni di euro a cui si aggiungerebbero 1,8 milioni di euro di cofinanziamento, derivanti dalle risorse messe a disposizione dai soggetti coinvolti, per un totale di 7 milioni.
Le proposte progettuali devono avere come obiettivo quello di sostenere il trasferimento tecnologico verso le Pmi con l’utilizzo della blockchain, dell’Internet of Things e dell’intelligenza artificiale, oltre che la creazione di startup.
In tutto questo, come ricorda il sindaco Marco Bucci, «si inserisce l’atterraggio a Genova del BlueMed, previsto a giugno». Il cavo sottomarino multifibra di Sparkle (Gruppo Tim) in arrivo da Palermo avrà una capacità fino a 240 Tbps e fornirà connettività avanzata tra Medio Oriente, Africa, Asia e gli hub continentali europei con una latenza ridotta della metà rispetto ai cavi terrestri che collegano la Sicilia con Milano. «Da Genova si collegherà a Milano e Francoforte», aggiunge Bucci.
Marco Invernizzi, prorettore per la Ricerca e il Trasferimento tecnologico dell’Università degli Studi di Genova, spiega: «Non è scontato essere riusciti a connettere enti pubblici di ricerca diversi come Università, Cnr e Iit, un’eccellenza nell’infrastruttura come Tim e realtà produttive del territorio. Il concetto di economia del mare sarà declinato su tre temi: il monitoraggio ambientale, la logistica documentale e i terminal».
Per quanto riguarda il monitoraggio ambientale si ipotizza l’uso di droni, lo sviluppo di biosensori innovativi e sistemi di controllo dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di fonti energetiche alternative, soluzioni per il monitoraggio costiero delle acque e la ricerca di inquinanti, innovazioni per misurare l’inquinamento acustico nella zona portuale, recupero dell’energia dal moto ondoso per alimentare i sensori.
Sulla logistica documentale si svilupperà il tracciamento delle merci e la gestione del flusso di documenti di trasporto attraverso la tecnologia, oltre che l’uso della blockchain per certificare i processi. Prevista anche la realizzazione di simulatori di traffico ferroviario per la rilevazione di anomalie.
Nei terminal si andrà verso il controllo a distanza di mezzi autonomi di movimentazione delle merci, l’eliminazione di spostamenti inutili, la realizzazione di boe intelligenti che servano anche da ponti di comunicazione e gestione più smart delle merci pericolose.
L’iniziativa costituisce un lasciapassare per successive opportunità legate ai bandi del Mise.
Claudio Pellegrini, responsabile della funzione Sales Public Sector in ambito Enterprise Market di Tim, dichiara: «Siamo contenti di far parte di questa compagine. Il 5G è una discontinuità. Il modo migliore per scaricare a terra queste tecnologie è lavorare con le varie realtà». Il 5G, ricorda Pellegrini, è una rivoluzione attraverso un numero: il 10x. Si tratta della velocità con cui rete risponde a interazioni: meno di 10 millisecondi, più veloce del cervello dell’essere umano. Un elaborazione del dato immediata che per esempio favorisce lo sviluppo dei veicoli a guida autonoma. «Inoltre – aggiunge Pellegrini – il 5G cambia la densità con cui si raccolgono le informazioni: si possono inserire un milione di sim per chilometro quadrato e ricevere informazioni da qualsiasi oggetto, anche quello più impensato». C’è però bisogno di competenze sullo sviluppo del software che si fa fatica a trovare e per Pellegrini la Casa delle tecnologie è utilissima anche per questo.
Remo Pertica, amministratore delegato del Siit, il distretto tecnologico ligure sui sistemi intelligenti integrati e le tecnologie sottolinea il coinvolgimento anche di grandi aziende come Leonardo e Fincantieri: «Leonardo metterà a disposizione degli sviluppatori della Casa tecnologie il super computer che sarà operativo entro fine anno. Fincantieri, tramite Cetena, laboratori e competenze per fare in modo che spinoff e startup possano essere seguiti da tutor e avere le gambe per stare sul mercato industriale. Quello che è offerto da Fincantieri e Leonardo vale il 30% di quello che ci sarà assegnato dal Mise».
Il progetto sarà diffuso perché anche Università, Iit e in alcune parti della città e del porto (anche all’aperto) sarà possibile fare sperimentazioni e prototipi (ogni sede avrà un tema specifico), mentre i Magazzini dell’Abbondanza rappresenteranno una sala di controllo dell’intero sistema.