«Siamo alleati della Lega e di Fratelli d’Italia per un progetto politico comune, ma siamo diversi per storia, valori e metodi. Come moderati abbiamo la responsabilità, per il bene del Paese e per evitare danni e sofferenze alle nostre comunità – historia docet – di rappresentare in questa alleanza il centro, il centro del centrodestra». Lo ha dichiarato Claudio Scajola – sindaco di Imperia e referente di Polis, associazione che si presenta alle elezioni regionali in lista con Forza Italia e Liguria Popolare nell’ambito dell’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia – nella corso della riunione che si è tenuta sabato scorso a Bavari, sulle alture di Genova.
– Quindi la lista FI-Polis-Liguria Popolare si trova in contrasto con gli alleati del centro-destra?
«No – risponde Scajola a Liguria Business Journal – siamo all’interno di un’alleanza. Dove giustamente ognuno porta i suoi valori e la sua storia. La parola stessa alleanza significa avere un obiettivo comune, nel nostro caso quello di rilanciare la Liguria, ma anche che, pur perseguendo un obbiettivo comune, ognuno porta il suo contributo di idee, di valori e di programmi».
– Questo vale anche sul piano nazionale?
«All’interno del centro-destra trovano posto sensibilità e sfumatore anche molto diverse sul tema Europa, sul Mes, sul garantismo. Ma è logico che sia così».
– Come potranno arrivare in futuro a una sintesi queste diverse sensibilità?
«Abbiamo già difficoltà a gestire l’esistente, non pretendiamo di determinare il futuro. Intanto a breve avremo il referendum e se, come ritengo, vincerà il sì, bisognerà fare una riforma elettorale la quale avrà conseguenze anche su come si dovranno organizzare e svolgere le alleanze».
– Se andassimo verso il proporzionale sarebbero favorite le posizioni autonome all’interno degli schieramenti?
«Saggiamente il costituente ha lasciato che la legge elettorale fosse regolata da leggi ordinarie, proprio perché la legge elettorale deve adeguarsi ai diversi momenti storici, tanto è vero che in Italia ne abbiamo avuto tante, con cambiamenti continui. È evidente che la legge elettorale avrà riflessi su come verranno organizzare le alleanze, e su quali prospettive e contenuti».