Tornano a salire i nuovi casi per 100 mila abitanti in Liguria: 18,51. Una cifra che vale i primi posti a livello nazionale dopo Sardegna, Campania ed Emilia Romagna.
Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe a livello nazionale registra nella settimana 26 agosto-1 settembre, rispetto alla precedente, un incremento del 37,9% dei nuovi casi (9.015 contro 6.538) e del 52,2% dei casi attualmente positivi (7.040 contro 4.625). Aumentano anche i pazienti ricoverati con sintomi (1.380 contro 1.058) e quelli in terapia intensiva (107 contro 66). Lieve incremento dei decessi (46 contro 40).
«Nell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – continua l’ascesa del numero di nuovi casi e delle persone attualmente positive, conseguente sia all’incremento dei casi testati, sia al costante aumento del rapporto positivi/casi testati. Inoltre, si consolida il trend in aumento delle ospedalizzazioni con sintomi e si impenna quello dei pazienti in terapia intensiva. Si tratta di segnali che vanno tutti nella direzione di una ripresa dell’epidemia nel nostro Paese, sia in termini epidemiologici sia di manifestazioni cliniche, proprio alla vigilia del momento cruciale della riapertura delle scuole».
Nel quadro di una circolazione endemica del virus l’aumento progressivo dei focolai provoca una crescita esponenziale dei nuovi casi, prevalentemente autoctoni, in parte da rientro di vacanzieri e, in misura nettamente minore, di importazione da stranieri. Dalla settimana 15-21 luglio a quella 26 agosto-1 settembre l’incremento del rapporto positivi/casi testati è schizzato dallo 0,8% al 2,3% a livello nazionale.
«Secondo le ben note dinamiche dell’epidemia, l’impennata della curva dei contagi – precisa il presidente – si riflette in maniera sempre più evidente sull’aumento dei pazienti ospedalizzati. Se fortunatamente i numeri sono ancora esigui e non configurano alcun segnale di sovraccarico dei servizi ospedalieri, il trend in costante aumento insieme all’incremento dei contagi invitano a mantenere la guardia molto alta nelle prossime settimane».
Dei 26.754 casi attivi al 1 settembre, il 50,2% si concentra in tre Regioni: Lombardia (7.082), Lazio (3.285), Emilia-Romagna (3.061). Un ulteriore 41,9% si distribuisce tra Veneto (2.460), Campania (2.292), Toscana (1.581), Piemonte (1.464), Sicilia (1.152), Puglia (860), Sardegna (837), Liguria (560). I rimanenti 2.120 casi (7,9%) si collocano nelle restanti 8 Regioni e 2 Province autonome con un range che varia dai 30 della Valle d’Aosta ai 406 dell’Abruzzo.
«Davanti a questi numeri in preoccupante e indiscutibile ascesa – avverte Cartabellotta – non possono essere più tollerati comportamenti individuali irresponsabili, esempi scellerati di cattivi maestri, né tantomeno correnti antiscientiste e manifestazioni di piazza che, sotto il falso scudo della libertà, mettono a repentaglio la salute della popolazione. Accanto al richiamo alle Istituzioni affinché vigilino e sanzionino ogni forma di “attentato” alla salute pubblica, la Fondazione Gimbe rinnova alla popolazione l’invito a rispettare tutti i comportamenti raccomandati. Alle autorità sanitarie il compito di potenziare ulteriormente l’attività di testing, sorveglianza e comunicazione pubblica, oltre che accelerare la messa a punto di un piano adeguato per gestire la difficile “convivenza” tra coronavirus e influenza stagionale».