L’assunzione di personale dedicato, il rafforzamento del sistema di sorveglianza territoriale e dei servizi di assistenza domiciliare, il potenziamento delle attività dei gruppi strutturati di assistenza domiciliare (Gsat), l’assunzione di 249 nuovi infermieri (per circa 9 milioni di euro complessivi) da impiegare anche come infermiere di famiglia e di comunità e come infermiere di studio a supporto dei medici di medicina generale. E ancora, la valorizzazione dell’assistente sociale sanitario, la realizzazione della Centrale regionale territoriale, la costituzione di equipe operative in ciascuna Asl per la ripresa delle attività scolastiche, la sorveglianza attiva e il monitoraggio presso le Rsa, il potenziamento dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl.
Sono i punti principali del Piano Territoriale, che sarà portato domani in giunta su proposta della vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale, messo a punto dopo il confronto con i sindacati confederali, gli ordini professionali dei medici e odontoiatri e delle professioni sanitarie.
«È uno strumento importante, che ogni Regione deve elaborare per affrontare in modo efficace l’eventuale ripresa della pandemia da Covid-19 – spiega l’assessore Viale – e che si accompagna al Piano Ospedaliero, già deliberato dalla giunta. La Liguria è pronta, grazie anche al lavoro svolto fino ad oggi, senza il quale questo Piano non potrebbe essere realizzato: si tratta dell’attuazione di percorsi che sono già previsti dalla riforma del sistema sanitario ligure messa in campo dalla Giunta e oggi maturi per la loro realizzazione. Due esempi su tutti, l’infermiere di famiglia e la collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Per far questo il Decreto Rilancio prevede finalmente risorse aggiuntive per complessivi 34,8 milioni di euro, soprattutto per l’assunzione di personale dedicato. Non basta tuttavia avere le risorse, ma occorre che il sistema sia preparato ad affrontare le questioni legate al territorio: su questo la Liguria ha sviluppato un’operatività importante, sia sulle attività di tracciamento, con piattaforme informatiche ad hoc e personale dedicato, sia con servizi di assistenza domiciliare, in particolare dedicati alle cure domiciliari, anche palliative e della terapia del dolore».
Equipe operative per la ripresa dell’attività scolastica
Un punto importante del Piano riguarda le attività scolastiche con l’inserimento dell’attività dei servizi territoriale per il ritorno il classe degli studenti: in ciascuna Asl sarà costituita un’equipe operativa composta da operatori sanitari (infermiere, infermiere pediatrico, assistente sanitario, tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro) in capo dalla direzione sociosanitaria per supportare le direzioni scolastiche.
«Queste equipe – spiega Viale – svolgeranno attività di informazione e formazione sulle misure igienico sanitarie e di sicurezza, effettueranno sopralluoghi nelle scuole, monitoreranno lo stato di salute degli studenti, dei docenti e del personale attivando le procedure previste in situazioni di rischio in collaborazione con i Gsat i medici di medicina generale e i pediatri». Complessivamente saranno assunti entro il 15 settembre 77 operatori sanitari (11 in Asl1, 14 in Asl2, 34 in Asl3, 7 in Asl4 e 11 in Asl5) per un importo di 2,5 milioni di euro.
Assunzioni Dipartimenti prevenzione
Fondamentale, poi, la previsione di nuove assunzioni nei Dipartimenti di prevenzione delle Asl che, sottolinea l’assessore Viale, «sono il cuore della strategia delle cosiddette 3T (tracciare, testare, trattare) indispensabile per fronteggiare l’epidemia da Covid-19, intercettando tempestivamente eventuali nuovi focolai, assicurando la presa in carico tempestiva di pazienti contagiati in isolamento fiduciario domiciliare. Attualmente gli operatori in servizio nei Dipartimenti di prevenzione delle Asl sono 591 a fronte di un fabbisogno complessivo stimato in 921 unità, con una carenza di 330 unità da integrare, con priorità per 33 unità da destinare alle strutture di Igiene e sanità pubblica».
Assunzioni infermieri (anche infermieri di famiglia e infermieri di studio)
«Nel Piano – prosegue la vicepresidente della Regione – vengono valorizzati i ruoli dell’assistente sociale sanitario, figura di raccordo tra varie professionalità e dell’infermiere di famiglia: nell’ambito delle nuove assunzioni di 249 infermieri (il fabbisogno per le Asl è stato calcolato considerando 8 unità di personale infermieristico aggiuntive ogni 50 mila abitanti), 75 saranno infermieri di famiglia. Anche su questo siamo preparati perché l’infermiere di famiglia è parte integrante del piano sociosanitario varato alla fine del 2017 dalla Regione che ha avviato, tra le prime in Italia, anche il master di primo livello in Assistenza Infermieristica di Famiglia e Comunità».
Una parte del personale infermieristico neo assunto sarà dedicato ai medici di medicina generale come infermiere di studio per valorizzare la medicina di gruppo all’interno dei sistema di risposta territoriale. Per l’infermiere di studio è previsto in particolare lo sviluppo e il potenziamento di competenze che permettano di farne un riferimento nell’ambito della medicina di iniziativa per alcune specifiche attività tra cui, in particolare la presa in carico e il monitoraggio degli assistiti con patologie croniche e dei pazienti affetti da Covid-19 a gestione domiciliare in stretta collaborazione con i Gsat.
Potenziamento Gsat
Il Piano prevede anche il potenziamento con nuove assunzioni per i Gsat che, superate le iniziali difficoltà, «oggi sono a regime», sottolinea Viale. In particolare, viene indicato il numero ottimale di unità in base alla popolazione di ciascuna Asl: 4 Gsat in Asl1, 5 Gsat in Asl2, 14 Gsat in Asl3 , 3 Gsat in Asl4 e 4 Gsat in Asl5. Le squadre, 30 in tutto il territorio ligure, sono attive 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20 e dipendono dal direttore sociosanitario della propria Asl.
Sorveglianza attiva e monitoraggio presso le Rsa
«Sono previsti audit nelle strutture e percorsi che in Liguria abbiamo già attivato – afferma l’assessore Viale – sia sotto il profilo del monitoraggio degli anziani sia delle regole per l’ingresso di nuovi ospiti, ad esempio con la previsione della cosiddetta zona buffer di isolamento prima dell’inserimento definitivo in struttura o dei test sierologici a ospiti e personale e, nei casi sospetti, l’effettuazione dei tamponi».
Centrale regionale territoriale
Entro il 30 novembre Alisa presenterà il progetto per la costituzione della Centrale, per il coordinamento delle continuità assistenziale tra ospedale e territorio e con funzioni di indirizzo e monitoraggio delle attività di emergenza e urgenza. «Su questo – conclude l’assessore – rispetto ad altre Regioni, la Liguria ha già un servizio avanzato con il Numero unico europeo 112 che, attivato nel 2017, costituisce un punto di riferimento indispensabile per tutto il sistema dell’emergenza-urgenza».